Lewis Hamilton affronta la sua prima stagione in Ferrari con un obiettivo chiaro: non l’ottavo titolo mondiale.
Il mondo della Formula 1 è in fermento per uno dei trasferimenti più iconici degli ultimi anni: Lewis Hamilton al volante della Ferrari. Dopo una carriera straordinaria con la Mercedes, il sette volte campione del mondo si prepara ad affrontare una nuova sfida, ma con una mentalità sorprendentemente diversa da quanto ci si potesse aspettare.
Adattamento e nuove sfide tecniche
A Londra, durante uno degli eventi promozionali della nuova stagione, Hamilton è apparso rilassato, ma determinato. Il giorno dopo, il debutto sulla SF-25 a Fiorano ha segnato l’inizio ufficiale di un capitolo che promette di essere tanto affascinante quanto impegnativo. Tuttavia, ciò che ha colpito maggiormente non è stata la performance in pista, bensì le parole pronunciate dal campione britannico in conferenza stampa.
Hamilton ha sottolineato come il passaggio dalla Mercedes alla Ferrari non sia solo un cambiamento cromatico, ma un vero e proprio reset tecnico. “Il volante è completamente diverso. Tutte le impostazioni degli interruttori sono completamente diverse. Il software è diverso“, ha spiegato il pilota inglese, evidenziando quanto ogni dettaglio della SF-25 richieda un approccio inedito.
Non si tratta solo di pulsanti e settaggi. Anche lo stile di guida deve essere modulato: “Attualmente non sento di dover cambiare troppo il mio stile di guida. Mi sento abbastanza a mio agio in macchina e faccio un passo alla volta. Ma poi, in realtà, vedremo come andranno le cose gara dopo gara. La chiave è essere dinamici” ha aggiunto Hamilton, consapevole che la vera sfida sarà mantenere la flessibilità durante la stagione.
Non l’ottavo titolo, ma il primo con la Rossa
Eppure, il vero obiettivo di Hamilton non è quello che molti pensavano. Se da un lato il suo nome è da anni legato al sogno dell’ottavo titolo mondiale, quello che lo porterebbe oltre il record di Michael Schumacher, dall’altro è proprio lui a chiarire la sua priorità: “Se vincessi un titolo con questa squadra sarebbe il primo. Il primo con la Ferrari. È per questo che sto lavorando, non penso al numero otto, ma al primo che la squadra potrebbe vincere dopo un lungo digiuno”.
Non è solo una questione di numeri, ma di storia e passione. Vincere un mondiale con la Ferrari significherebbe entrare in un pantheon esclusivo di campioni che hanno portato la Rossa sul tetto del mondo. Un traguardo che, più di qualsiasi record, rappresenterebbe il vero coronamento di una carriera leggendaria.
