Fabio Ridolfi è morto: la sua lettera contro le istituzioni
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Fabio Ridolfi è morto, la sua lettera: “Accuso lo Stato”

Ospedale

L’uomo era immobilizzato da 18 anni e aveva chiesto il suicidio assistito ma il vuoto normativo l’ha lasciato alla sedazione profonda.

A causa di una patologia irreversibile, Fabio Ridolfi uomo di 46 anni era immobilizzato da 18 anni. Ridolfi aveva tutti i requisiti per accedere al suicidio assistito. Ma i ritardi dell’Asl delle Marche e l’ostruzionismo dovuto anche all’assenza di una legge specifica, l’unica possibilità che ha avuto è stata la sedazione profonda. Questa modalità prevede l’interruzione dei trattamenti di idratazione e nutrizione artificiali. In sostanza, la persona viene lasciata morire di fame e di sete e in questo stato di agonia può stare anche giorni.

Fortunatamente «Fabio Ridolfi è morto senza soffrire, dopo ore di sedazione e non immediatamente come avrebbe voluto», come hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni che ha sostenuto Ridolfi negli ultimi anni. In base alla sentenza del 2019 della Corte Costituzionale sul caso di dj Fabo, Ridolfi aveva chiesto di ricorrere al suicidio assistito. Il problema è che non era stata data nessuna indicazione sul farmaco da utilizzare e sulle modalità della somministrazione. Ostruendo così il processo di suicidio assistito.

Ospedale
Ospedale
Leggi anche
Draghi in Israele: “Rafforzare la memoria della Shoah”

“Morire è un diritto” attacca Ridolfi

Stanco di aspettare la burocrazia dell’Asl delle Marche, Ridolfi aveva optato per l’unica via possibile, ovvero la sedazione profonda. “Sono pronto e felice di morire, non vedo l’ora. Per me sarà una liberazione. L’unico mio grande dolore è lasciare le persone che amo. So che soffriranno, ma saranno serene per me” aveva scritto nella lettera con il puntatore oculare con il quale comunicava.

La sua sofferenza e il suo dolore Ridolfi ha scelto di utilizzarli come denuncia politica per protestare contro lo Stato che non gli ha concesso di morire come avrebbe voluto. Fino all’ultimo giorno infatti Fabio ha mandato un messaggio alle istituzioni: “E’ ora che in Italia si parli chiaramente di eutanasia. E’ atroce non poter decidere della propria vita, aspettare che altri lo facciano al posto tuo. Morire è un diritto. Spero che la mia scelta serva ad aiutare quelli che vivono la mia condizione”.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 14 Giugno 2022 12:17

Draghi in Israele: “Rafforzare la memoria della Shoah”

nl pixel