Tra guerra in Ucraina e guerra commerciale, l’Occidente agita proclami e smentite: strategia o caos travestito da politica?
L’espressione napoletana “Facite Ammuina”, “fate confusione”, affonda le radici nella Marina borbonica. Secondo la leggenda, era un ordine impartito per simulare attività frenetica a bordo delle navi, mostrando efficienza laddove regnava in realtà il vuoto operativo. Un inganno orchestrato per impressionare gli osservatori, una messinscena elevata a sistema.
Oggi quel principio sembra replicarsi su scala globale. Dall’Ucraina ai vertici occidentali, tra proclami e smentite, dichiarazioni roboanti e passi indietro, si alimenta una narrazione priva di coerenza. È una strategia comunicativa che confonde, disorienta, e serve a giustificare decisioni già prese o a sviare l’attenzione dai nodi irrisolti.
Questa “ammuina globale” si estende oltre la guerra. La si ritrova nei dazi, nelle mosse di potenza contro Cina o Russia, nella politica estera degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Si corre da destra a sinistra, si fa rumore, ma senza reale direzione. Il rischio è che il caos diventi l’unica costante.