Venerdì Milan e Uefa si incontreranno nuovamente a Nyon per discutere delle sanzioni sul Fair Play Finanziario, sulla scia del ricorso al TAS di Losanna
La Gazzetta dello Sport, nell’edizione odierna, riporta come Milan e Uefa torneranno ad incontrarsi dopodomani a Nyon. L’obiettivo della società di via Aldo Rossi è chiaro. Dimostrare alla federazione europea che le sanzioni legate alle violazioni del Fair Play Finanziario sono inique ed eccessive. La delegazione rossonera, in particolare, desidera porre l’accento sull’obbligo di raggiungere il pareggio di bilancio in tre anni. Una pena che Gazidis ritiene sproporzionata.
Milan-Uefa: a cosa porterà l’incontro di Nyon?
La volontà del Milan è quella di ridurre al massimo le sanzioni. Per questo, la strategia è duplice. Venerdì il Milan verrà convocato a Nyon dall’Uefa, in un incontro che dovrà chiarire la volontà di entrambe le parti in merito alla questione. Quindi, la delegazione rossonera si recherà a Losanna davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport, per esporre le proprie ragioni sul ricorso presentato.
Milan e Uefa tentano dunque la strada della conciliazione, per rendere più semplice l’udienza del prossimo febbraio al TAS. La società di via Aldo Rossi cercherà di portare avanti la tesi in base alla quale la sanzione sia ingiusta. Questo perché è stata data alla nuova proprietà una finestra temporale troppo breve per rimettere i conti in ordine.
Milan: si tenta la conciliazione con l’Uefa
Il Gruppo Elliott ritiene ingiusto che l’Uefa non abbia considerato a sufficienza l’attenuante di una proprietà non responsabile delle violazioni effettuate in precedenza. La necessità di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2021 non consentirebbe alla società di rinforzare la squadra, migliorando risultati sportivi e quindi ricavi.
Un assist alla “battaglia” del Milan è stato fornito dal vice-presidente Fifa Boban. In una recente intervista, il croato ha sottolineato come le attuali norme del Fair Play Finanziario non permettano alle nuove proprietà di investire a dovere. Sono regole troppo restrittive che, nel caso di Milan e Inter, non consentirebbero alle milanesi di competere con le realtà più forti del vecchio continente.