I negoziati per sbloccare il grano ad Ankara sono falliti, come previsto.
Né l’Ucraina né l’Occidente erano molto ottimisti riguardo all’esito di questi negoziati tra Turchia e Russia. L’Onu continua a spingere per continuare i negoziati e per la Turchia c’è margine di una soluzione. Ma sono le parti in causa a non essere troppo speranzose. Mosca rifiuta un incontro tra Putin e Zelensky e la situazione rimane in stallo: sia per la pace che per il grano.
La guerra continua e la pace è molto lontana a quanto pare. Il problema più grande però al momento resta il grano bloccato nel porto di Odessa da mesi ormai. Molte delle tonnellate stipate nei container e nei silos potrebbe essere già andata a male affamando così decine di paesi africani e asiatici che dipendono da quelle scorte.
Kiev non si fida di Mosca: fallisce anche la Turchia
L’incontro tra il ministro degli esteri turco Cavusoglu e il suo omologo russo Lavrov si è concluso in nulla di fatto. “Ci sono state distanze tra Russia e Ucraina dopo i colloqui di Istanbul, ma speriamo che si possa presto tornare al negoziato” dice fiducioso il diplomatico turco. Il problema maggiore è che questo piano non ha convinto Kiev sin dall’inizio. L’Ucraina non si fida delle promesse di Mosca troppe volte tradite. Per questo, resta scettica e distante e non crede che Mosca non cerchi di attentare al grano per ferire la sua economia.
Solo pochi giorni fa magazzini in cui c’erano prodotti agricoli nel porto di Mykolaiv sono stati distrutti dai bombardamenti russi. Lo scetticismo di Kiev è quindi legittimo e motivato. Ma ora sta salendo anche la preoccupazione di Mosca. Putin teme un contraccolpo di questo blocco del grano da parte dei paesi di Africa e Medio Oriente e potrebbe minare i rapporti della Russia con questi paesi vittime della crisi. Per questo cerca di lavarsi le mani e scaricare altrove – sull’Occidente – le responsabilità.