Recensioni online su hotel e ristoranti sotto accusa: il governo italiano propone regole anti-frodi, ma l’Europa prende tempo.
L’Italia si prepara a vivere un venerdì nero per i trasporti, ma a inizio mese è stata diffusa un’altra notizia sulle recensioni online destinata a fare rumore, soprattutto nel settore del turismo. Il governo ha inserito nel disegno di legge Pmi, approvato lo scorso gennaio, una norma che punta a regolamentare in modo rigoroso le recensioni online su hotel e ristoranti. L’obiettivo è contrastare in modo deciso il fenomeno delle recensioni false, sempre più diffuse e dannose per le imprese.

Recensioni online, svolta in arrivo: Bruxelles prende tempo
Prima che diventi legge, come riportato da Corriere.it, il testo dovrà superare l’esame dell’Unione Europea, secondo la procedura Tris. La Commissione ha già richiesto chiarimenti a febbraio e, non soddisfatta, ha riformulato una nuova richiesta ad aprile. L’iter si è quindi fermato in attesa di una risposta convincente.
Cosa prevede il disegno di legge
Secondo quanto stabilito nel ddl, le piattaforme che pubblicano recensioni dovranno verificare che chi scrive abbia effettivamente visitato il ristorante o l’albergo oggetto del commento. Saranno vietate le recensioni pubblicate oltre i 15 giorni dalla visita. Un altro punto chiave è il diritto di replica: il gestore del locale dovrà avere la possibilità di rispondere pubblicamente al giudizio ricevuto.
Il fenomeno delle recensioni false ha assunto proporzioni preoccupanti: si stima che siano l’8,6% del totale, alimentate anche da veri e propri pacchetti acquistabili online. Si tratta di una concorrenza sleale che colpisce duramente soprattutto le piccole imprese del turismo italiano, spesso a gestione familiare.
“Il problema è che sempre più spesso il gioco è truccato. E ora l’intelligenza artificiale rischia di peggiorare le cose“, ha dichiarato il direttore generale di Fipe, Roberto Calugi. Le grandi piattaforme che raccolgono recensioni hanno manifestato una forte opposizione alla norma, mentre Fipe, insieme a Fiavet, Fto e Federalberghi, la difende apertamente.