Tra i pazienti oncologici a cui sono stati somministrati questi farmaci ci sarebbero anche dei bambini.
Scoppia uno scandalo legato all’uso di farmaci scadenti negli ospedali italiani, coinvolgendo almeno 16 strutture. Questa informazione è stata rivelata da un’inchiesta condotta dal Bureau of Investigative Journalism, Politico e Fatto Quotidiano. Le strutture ospedaliere coinvolte avrebbero somministrato farmaci anti-cancro di scarsa qualità e non sicuri, importati dall’India, a pazienti oncologici, tra cui anche bambini. Questi farmaci, a basso costo e non approvati in Europa, presenterebbero problemi sia in termini di efficacia che di sicurezza.
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Il Celginase, uno dei farmaci importati
Questi farmaci sono stati importati anche da sette aziende sanitarie territoriali, e il numero di ospedali potrebbe essere ancora più elevato. Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, è stato importato ripetutamente un farmaco indiano chiamato Celginase dal 2016 al 2023. Questo nonostante in Italia fosse disponibile un farmaco migliore ma più costoso, e approvato in Europa chiamato Oncaspar (2.500 euro a fiala) rispetto ai 15 euro del farmaco indiano.
Tutto ciò è accaduto senza che siano stati effettuati controlli di efficacia e sicurezza da parte delle autorità regolatorie italiane o europee sui farmaci. Potrebbero essere state importate migliaia di fiale del farmaco indiano a partire dal 2016. Secondo le informazioni raccolte, il consenso informato firmato dai pazienti (o dai genitori, nel caso dei minori) riporta solo il nome del principio attivo (Asparaginasi) e la versione di cui si tratta (ad esempio, Asparaginasi nativa o Asparaginasi modificata).
Tuttavia, non viene menzionata né la marca del farmaco né il Paese di origine. L’Istituto Nazionale Tumori ha specificato che “con Celginase sono stati trattati 8 pazienti, di cui 6 bambini, che risultano in remissione“. Ha inoltre aggiunto che “Aifa non ha mai fornito informazioni sui potenziali effetti dannosi del Celginase“.