Febbre Oropuche: arriva il nuovo allarme, rischi di infezione fetale

Febbre Oropuche: arriva il nuovo allarme, rischi di infezione fetale

L’alert lanciato dall’Irccs Spallanzani di Roma sulla febbre Oropuche. Nuovi casi in Italia e raccomandazioni per la diagnosi.

Un’importante istituzione sanitaria italiana ha emesso un avviso riguardante la febbre Oropuche, a seguito della segnalazione dei primi casi nel paese. La febbre Oropuche, causata dal virus Oropouche (OROV), è stata oggetto di un’allerta epidemiologica lanciata dall’Organizzazione Panamericana della Salute (PAHO), che ha richiamato l’attenzione sui potenziali rischi di infezione fetale.

Allerta sulla febbre Oropuche in Italia

Un esperto di malattie infettive ha inviato una nota alla Rete Regionale di Malattie Infettive, sottolineando l’importanza di considerare il virus Oropouche nella diagnosi differenziale per i pazienti che presentano sintomi febbrili acuti al ritorno da aree endemiche, oltre alle comuni arbovirosi come Dengue, Chikungunya e Zika.

In particolare, è stato evidenziato il bisogno di prestare attenzione speciale alle donne in gravidanza. I casi sospetti devono essere inviati a un centro specializzato che dispone dei test necessari per identificare il virus e valutarne la presenza nei laboratori.

Sintomi e trasmissione del virus Oropuche

La febbre Oropuche si trasmette principalmente attraverso la puntura di moscerini o zanzare Culex. I sintomi della malattia includono febbre improvvisa, mal di testa, rigidità articolare, dolori muscolari e, in alcuni casi, fotofobia, nausea e vomito persistente.

Questi sintomi possono durare da cinque a sette giorni. Sebbene le manifestazioni cliniche gravi siano rare, l’infezione può evolvere in meningite asettica, e la guarigione completa può richiedere diverse settimane.

Negli ultimi dieci anni, la febbre Oropuche ha causato focolai principalmente nella regione amazzonica, con il virus endemico in molti Paesi del Sud America, sia in aree rurali che urbane. Focolai sono stati segnalati in Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana Francese, Panama, Perù e Trinidad e Tobago. Recentemente, anche l’isola di Cuba ha riportato casi di infezione.

La nota si allinea con l’allerta della PAHO riguardo la possibile trasmissione verticale del virus, ovvero dalla madre al nascituro. La PAHO ha pubblicato linee guida per assistere i Paesi nell’individuazione e sorveglianza di casi di infezione fetale, malformazioni congenite o morte fetale.