Feltri sul caso Emanuela Orlandi e la donna indagata
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Feltri si espone sul caso Emanuela Orlandi e le ingiustizie

Vittorio Feltri

Gli ultimi sviluppi sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi hanno portato anche Vittorio Feltri a commentare la vicenda.

Il giallo della scomparsa di Emanuela Orlandi è tornato alla cronaca negli ultimi giorni con uno sviluppo molto importante legato ad una donna, indagata per false informazioni. Un dettaglio che ha generato grande confusione su tutta la vicenda e che ha visto adesso Vittorio Feltri intervenire a gamba tesa per “riportare l’ordine”.

Vittorio Feltri seduto
Vittorio Feltri – newsmondo.it

Feltri e il caso Emanuela Orlandi: gli sviluppi

Attraverso il suo editoriale per Il Giornale, Vittorio Feltri ha voluto commentare i recenti sviluppi legati al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi con particolare riferimento alla svolta che ha visto una donna essere indagata per false informazioni. Rispondendo ad un lettore del quotidiano, il giornalista ha subito chiarito: “Il caso di Emanuela Orlandi non è un giallo da salotto, non è una serie televisiva, non è una clava da agitare contro chiunque abbia avuto la sventura di trovarsi nei paraggi quarant’anni fa. È una ferita aperta nella storia italiana, una di quelle che non si rimarginano mai del tutto, perché non c’è stata verità, non c’è stata giustizia, non c’è stata nemmeno una conclusione”.

In questo senso, ecco la dovuta precisazione sulla donna indagata: ” […] Laura Casagrande non è indagata per la scomparsa di Emanuela Orlandi, non è sospettata di averle fatto del male, non è indicata come responsabile di alcun crimine contro la sua amica. L’ipotesi di reato riguarda esclusivamente presunte false informazioni fornite agli inquirenti all’epoca dei fatti. È una differenza enorme […]”.

La ricerca della verità senza una nuova ingiustizia

Nel suo editoriale, il giornalista ha proseguito: “La giustizia ha il dovere di indagare, sempre. Ha il dovere di riaprire i fascicoli quando emergono nuovi elementi, soprattutto davanti a una famiglia che da oltre quarant’anni vive sospesa in un’attesa disumana. Su questo non c’è discussione. Ma la giustizia ha anche il dovere di distinguere, di ponderare, di non schiacciare le persone sotto il peso di una vicenda più grande di loro. Altrimenti non è giustizia, è accanimento […]”. Feltri ha quindi aggiunto che occorre “[…] ricordarci che il tempo trascorso non cancella il dolore, ma può deformare i ricordi, soprattutto quando quei ricordi sono nati sotto il segno della paura. Altrimenti rischiamo di aggiungere un’ingiustizia nuova a una storia che di ingiustizie ne ha già prodotte fin troppe“.

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ultimo aggiornamento: 23 Dicembre 2025 12:38

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