Il caso legato alle nuotatrici italiane Chiara Tarantino e Benedetta Pilato e il furto a Singapore ha portato Vittorio Feltri ad un duro commento.
Il mondo dello sport, con particolare riferimento a quello del nuoto, è rimasto a bocca aperta per il caso che ha visto coinvolte le nuotatrici italiane Chiara Tarantino e Benedetta Pilato, coinvolte in un presunto furto in aeroporto a Singapore. La vicenda ha portato anche Vittorio Feltri, su Il Giornale, a dire la sua. Come sempre, il giornalista non si è certo risparmiato.

Feltri e la vicenda “vergognosa”
Non si parla d’altro che del presunto furto da parte di Chiara Tarantino e Benedetta Pilato a Singapore. Le due nuotatrici della Nazionale italiana si sarebbero rese protagoniste in negativo di un episodio controverso in aeroporto con una delle due che avrebbe messo di nascosto la “merce” nello zaino dell’altra.
Rispondendo ad un suo lettore de Il Giornale, Vittorio Feltri non ha risparmiato un proprio commento definendo la vicenda “vergognosa, a maggior ragione perché coinvolge non due cittadine qualsiasi, ma due giovani atlete che portavano sul petto la scritta ‘Italia’ e che, almeno in teoria, avrebbero dovuto incarnare i valori più alti dello sport: lealtà, disciplina, rispetto, responsabilità. Invece, a quanto pare, si sono rese protagoniste e sottolineo: a quanto pare, perché attendiamo gli esiti definitivi di un episodio miserabile”.
Il giornalista ha sottolineato un dettaglio “subdolo e inquietante”, se confermati: “Se i fatti sono andati come sembra, siamo di fronte non solo a un furto, ma a qualcosa di ancora più subdolo e inquietante: una ragazza avrebbe trovato nella sua borsa dei profumi rubati, e la collega avrebbe confessato di averceli messi lei, di nascosto, come risulta dai filmati della video sorveglianza. Capisce? Una compagna di squadra che espone l’altra al rischio di finire in galera a Singapore […]”.
“Non rappresenta nulla”
Feltri ha rincarato la dose sulla vicenda spiegando come, al netto di chi si è lamentato per le perquisizioni subite dalle ragazze, sia giusto e “sacrosanto che la polizia intervenga, che perquisisca, che verifichi. Chi commette un crimine non può pretendere delicatezze, inchini o salvacondotti patriottici”.
Per il giornalista il fatto che una questione del genere veda protagonista una atleta che dovrebbe rappresentare il Paese rende il tutto ancora più grave. In questa ottica, Feltri ha tuonato: “Se le accuse saranno confermate, non rappresenta l’Italia. Non rappresenta lo sport. Non rappresenta niente, se non la decadenza morale di una generazione allevata nella convinzione che tutto sia permesso e che qualcuno, alla fine, le salverà sempre la pelle. In questo caso, il governo italiano”. Feltri ha quindi concluso con una sorta di speranza e un principio che secondo lui in Italia è ormai sepolto: “Chi sbaglia paga”.