Il direttore di Libero ha criticato con violenza il ricercatore egiziano appena scarcerato grazie all’intervento del presidente al-Sisi.
“A me il celebratissimo Zaki, un signore di professione studente, che in Egitto ha assaggiato la galera per aver scritto delle puttanate sul Paese che lo ospitava, non è mai stato simpatico“. L’editoriale di Vittorio Feltri sulla vicenda che ha coinvolto il ricercatore dell’Università di Bologna si apre così, a gamba tesa. “In Italia – continua il direttore di Libero – per anni si è parlato di lui come fosse un martire della libertà, quando invece a me sembrava un bulletto capace di tutto e buono a nulla“.
Feltri però confessa che “la sua liberazione mi ha favorevolmente emozionato. In casa con mia moglie abbiamo addirittura brindato” ma, dopo le notizie del rifiuto dell’aereo di stato attacca ancora Zaki: “Scandaloso il motivo di tale scelta: temeva di dover stringere la mano del capo del nostro governo, ciò che evidentemente gli fa schifo come a me fa schifo lui“.
“Sarebbe stato meglio che marcisse in cella”
“Sono persuaso che sarebbe stato meglio che Zaki marcisse in una cella egiziana – attacca nuovamente Vittorio Feltri – così avrebbe imparato che la gratitudine è un sentimento che bisogna nutrire nei confronti di chi ti fa del bene. La Meloni è una grande donna mentre questo ragazzotto è un piccolo individuo che non merita rispetto e neppure la minima considerazione“.
L’editoriale di Libero si conclude con un’ultima mazzata nei confronti del ricercatore: “Egli in ogni caso non andrà lontano, perché politicamente e umanamente è un nano. Gli auguro di sparire dalla circolazione. Non merita altro“.