Commento molto interessante da parte di Vittorio Feltri in merito alla possibilità dei detenuti di avere relazioni affettive e intime in carcere.
Sempre sul pezzo Vittorio Feltri con i suoi editoriali per Il Giornale. Dopo aver commentato le recenti vicende legate all’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e le accuse a suo carico definitivamente cadute, eccolo su un argomento molto particolare. Il giornalista, infatti, è intervenuto a proposito della possibilità che i detenuti in carcere abbiano delle concessioni sotto l’aspetto delle relazioni intime e affettive, ovvero il diritto alla sessualità.

Feltri: “sì” ai rapporti intimi per i detenuti in carcere
Con il solito sistema del rispondere ai lettori de Il Giornale, Vittorio Feltri ha detto la sua su tema piuttosto interessante relativo alla possibilità, da parte dei detenuti in carcere, di avere dei momenti di intimità dietro le sbarre con i propri affetti. In questo senso, l’editoriale del giornalista è stato molto chiaro fin dal principio con un titolo emblematico: “Sì al sesso in carcere. È un segno di civiltà”.
“La democraticità di un sistema si evince e si misura anche e soprattutto dalla maniera in cui in esso vengono trattate le persone private della libertà personale, ossia i detenuti, molti dei quali, lo ricordo, non sono neppure condannati in via definitiva, quindi, stando alla Costituzione e non alla mia opinione, devono essere ritenuti innocenti, proprio sulla base di uno dei principi cardine del nostro ordinamento, il vituperato principio della presunzione di innocenza”, ha premesso Feltri facendo quindi capire la sua idea.
Il giornalista ha sottolineato quali siano i fini della reclusione in carcere, ovvero la rieducazione e il reinserimento sociale. Anche per questo Feltri ha aggiunto: “[…] negare qualsiasi forma di affettività, ossia la possibilità del detenuto di abbracciare o accarezzare il figlio o la moglie, o della detenuta di fare lo stesso, non rappresenta una maniera di educare e recuperare un individuo, anzi, l’assenza di affettività ammala, abbrutisce, incancrenisce quel male che spesso conduce sulla strada della devianza”.
La posizione sul diritto dei detenuti
Nel proseguimento del suo editoriale, Feltri ha fatto appunto riferimento alla possibilità, anche in Italia, di concedere colloqui intimi dietro le sbarre: “Che ci piaccia o meno, il detenuto subisce la sospensione della libertà personale, ma continua a godere di altre libertà e diritti“, ha detto. “[…] Se il detenuto gode del diritto alla salute ha anche il diritto a dare e ricevere gesti di affetto e di cura, senza i quali anima e corpo soffrono, deperiscono, muoiono. Era ora che questo provvedimento venisse introdotto perché l’Italia, in questo ambito, era indietro rispetto ad altri Stati dell’Occidente libero e civile […]”.
Il giornalista ha quindi concluso: “Come può il deprivare il reo della carnalità contribuire a spingerlo sulla retta via?”.