Il direttore di Libero ha detto la sua sullo scontro fra Russia e Ucraina, sopravvissuto anche al colpo di stato della Wagner.
Il direttore di Libero Vittorio Feltri ha scelto di dedicare il suo ultimo personale editoriale al conflitto fra Russia e Ucraina, proseguito nonostante il colpo di stato tentato dai mercenari della Wagner. “Noi italiani – scrive il giornalista spesso al centro delle controversie per le sue affermazioni – ogni giorno seguiamo con batticuore le vicende belliche attraverso i quotidiani e soprattutto la televisione. Però leggiamo e guardiamo il piccolo schermo e se siamo onesti confessiamo di non capire nulla dei drammatici avvenimenti“.
Una critica, non troppo velata, agli esperti militari e di geopolitica che ogni giorno fanno il punto della situazione sul conflitto. “Pullulano su qualsiasi organo di informazione – commenta Feltri – esperti di battaglie ciascuno dei quali spara scemenze sesquipedali che non trovano riscontro nella realtà. Non ce ne sono due di essi che concordino sulla realtà drammatica dei due paesi in lotta“.
“Una guerra fra due nazioni di deficienti”
“Le due fazioni – spiega Vittorio Feltri – non smettono di suonarsele a vicenda da un sacco di tempo e nessuno per ora è in grado di prevedere quale delle due prevarrà“. Il direttore di Libero ha anche analizzato la situazione del golpe tentato dalla Wagner: “Alla fine i rivoltosi hanno messo le mani in tasca e hanno cominciato a fischiettare come se nulla fosse successo. Il che ha mandato in confusione tutti gli analisti“.
Per Vittorio Feltri, in sostanza, il conflitto è una “guerra che non è dei bottoni ma contrappone due nazioni di deficienti che si menano senza cavare un ragno dal buco, e alimentano il numero dei morti ammazzati, tra cui vecchi e bambini che non sanno più dove ripararsi per salvare la pelle“.