Il noto giornalista Vittorio Feltri ha risposto ad un lettore spingendosi ad una sorta di confronto tra passato e presente.
Non ha fatto mancare il proprio pensiero riguardo i recenti risultati sulle elezioni regionali in Liguria, Vittorio Feltri. Il giornalista ha commentato a modo suo le vicende di attualità politica nostrana rispondendo ad un suo lettore de Il Giornale e spingendosi in una sorta di “paragone” tra Giovanni Toti, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.
Feltri e il “paragone” Toti-Meloni-Berlusconi
Nel suo editoriale per Il Giornale, rispondendo ad un lettore, Feltri ha detto la sua su quanto accaduto in Liguria con le dimissioni di Toti e le nuove elezioni che hanno visto Marco Bucci vincere. In questo senso il risultato è stato, secondo il lettore che ha scritto al giornalista, il “segno che le inchieste giudiziarie lasciano il tempo che trovano, cioè non influenzano l’elettore tanto da spingerlo a dirottare su altri partiti o altre parti politiche”.
Dal canto suo, Feltri ha dato ragione al lettore analizzando meglio il tutto: “Sì, tutto questo si sarebbe potuto evitare. Di fatto, l’inchiesta è stata chiusa. L’ex presidente di Regione Liguria si è fatto settimane di arresti domiciliari e ha patito il fardello della gogna mediatica per poi essere di fatto uscito dalla faccenda pulito e immacolato […]”, ha detto il giornalista.
Facendo riferimento alle parole del lettore riguardo le “inchieste giudiziarie che lasciano il tempo che trovano”, Feltri ha poi fatto un paragone tra la situazione vissuta da Toti e Giorgia Meloni, chiamando anche in causa il compianto Silvio Berlusconi.
“[…] La Liguria ha preferito di nuovo il centrodestra, tu dici bene, dici bene anche quando sottolinei che le inchieste giudiziarie, in fondo, non generano l’effetto che, senza malignità né malizia, noi sospettiamo che intendano produrre, ovvero influire sulla politica e influenzare il popolo sovrano, cioè l’esito del voto”. […] “Pensiamo a Silvio Berlusconi: gli italiani non soltanto non hanno mai smesso di amarlo ma lo hanno amato sempre di più, nonostante la sinistra e tutti i suoi apparati abbiano tentato di farlo politicamente fuori sfruttando l’arma dell’indagine e del rinvio a giudizio. Viene processato persino da defunto, il che è emblematico”.
Da qui il commento anche sulla Meloni: “E ora una parte della magistratura, ossia quella schierata, ideologizzata, politicizzata, insorge contro Giorgia Meloni, cercando di limitare gli effetti dei provvedimenti da questo governo messi a punto allo scopo di porre un argine all’immigrazione clandestina. Il vantaggio di questa donna consiste nell’essere totalmente inattaccabile, cioè non ricattabile, linda, pura, ma questo è anche il suo tallone di Achille poiché il suo essere irreprensibile non fa altro che acuire la rabbia dei nemici, che non sanno dove colpire e allora colpiscono amici, familiari, ministri, misure normative che non contengono nulla di illegittimo o di illegale”.
La stoccata alla magistratura
Da qui Feltri ha affondato il colpo sulla magistratura: “[…] I giudici rossi la smetteranno di fare politica con la toga addosso? Non lo so. Ma forse poco importa. Perché ormai lo abbiamo capito con chiarezza assoluta. E queste ultime votazioni lo hanno confermato in maniera incontrovertibile: nulla, in un ordinamento libero, civile e democratico, fondato sulla separazione dei poteri e sul riconoscimento della sovranità al popolo, può in alcun modo stravolgere la volontà popolare. Gli italiani ripongono piena fiducia nel centrodestra, in primis in Fratelli d’Italia, in Giorgia Meloni. E questa fiducia cresce di mese in mese, segno che questo esecutivo sta lavorando bene, nonostante dossieraggi, inchieste, presunti scandali e chi più ne ha più ne metta”.