Ferrero premia i dipendenti nell’anno del Covid: a ottobre un compenso extra in busta paga

Ferrero premia i dipendenti nell’anno del Covid: a ottobre un compenso extra in busta paga

Ferrero premia i dipendenti nell’anno del Covid: compenso extra nella busta paga di ottobre.

ROMA – Ferrero premia i dipendenti dell’anno del Covid-19. Nonostante la crisi economica, l’azienda di Alba ha deciso di inserire un compenso extra nella busta paga di ottobre con l’importo massimo di 2.220 euro lordi.

Un aumento che dipende da due parametri: il risultato economico, unico per tutta la azienda e il risultato gestionale che si riferisce all’andamento specifico di ogni singola azienda o area geografica.

Ferrero: “Piena soddisfazione dei risultati ottenuti”

La conferma del premio è arrivata direttamente da Ferrero con una nota riportata da La Repubblica: “Azienda e organizzazioni sindacali esprimono congiuntamente piena soddisfazione per i risultati conseguiti in un esercizio particolarmente difficile e complicato a causa degli effetti della pandemia e riconoscono il ruolo strategico e di consolidate e proficue relazioni industriali“.

fonte foto https://www.facebook.com/ferreroitalia

Soddisfatti i sindacati

Soddisfazione anche da parte dei sindacati: “Soddisfazione per le iniziative attuate in tutte le sedi aziendali per fronteggiare l’emergenza Covid-19: attività che hanno consentito a tutti i lavoratori del gruppo di lavorare in piena sicurezza e garantire la continuità dell’attività produttiva, la piena funzionalità del network logistico e un’efficace azione di presidio del mercato”.

Le sigle sindacali manifestano a Roma

La notizia è arrivata alla vigilia della manifestazione dei sindacati per chiedere al Governo un cambio di passo. “La priorità – ha detto Bombardieri (UIL) – deve essere il lavoro […]. Se non arrivano risposte siamo pronti ad andare avanti con questa mobilitazione […]“.

Landini ha aggiunto: “E’ necessario che il Governo discuta con le parti sociali. Ripartire dal lavoro vuol dire farlo dai diritti, dalla qualità del lavoro, e dalla lotta alla precarietà e avere un progetto generale di cui il Mezzogiorno non è semplicemente aiutare una parte del Paese, ma è la condizione perché il Paese possa essere rilanciato […]“.

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