Nei giorni delle festività legate al Natale, Vittorio Feltri ha fatto un commento molto realistico legato alla stretta attualità del momento.
Non le manda certo a dire Vittorio Feltri che, come sempre, è stato molto diretto nel suo recente editoriale per Il Giornale rispondendo ad un utente che ha voluto sottolineare la sua insofferenza per il periodo delle feste di Natale descritte come “un mortorio” che “non fa altro che acuire noia, tristezza, solitudine e desolazione”.
Feltri, il commento sul Natale
Rispondendo, come detto, al suo lettore, Vittorio Feltri ha dato nell’editoriale per Il Giornale, un suo parere sulle festività di questo periodo. Per il giornalista, è noto, il periodo del Natale, così come le altre feste, è un momento fastidioso e non gradito.
“Poche cose temo quanto temo questo periodo dell’anno. I preparativi e la fase antecedente non sono neppure male, quel clima elettrizzato ed elettrizzante, le luci, la frenesia, la corsa agli acquisti, l’attesa… Tutto questo non mi dispiace, peccato che da questi picchi di serotonina si giunga poi in un baleno alla stasi, alla pigrizia e al silenzio che segue i banchetti natalizi. Ci si ritrova in casa, appanciati, satolli di tutto, non soltanto di cibo, magari con parenti indesiderati tra i piedi, che ci assillano con le loro domande indiscrete […]”.
Feltri ha poi proseguito: “[…] Le giornate più tediose sono proprio quelle a cavallo tra anno vecchio e anno nuovo. Del resto, pare che la depressione aumenti in questo periodo, così come l’ansia, e le emozioni negative lievitano fino alle stelle, tanto che gli esperti parlano anche di ‘depressione natalizia’, forse dovuta tra le altre cose alla circostanza che percepiamo come un obbligo che grava anche su di noi di essere a tutti i costi felici, in quanto lo impone il calendario […]”.
Il vero dramma: la triste verità
Il giornalista, dopo aver dato la sua visione sulle festività, ha però voluto sottolineare il vero aspetto triste di questo periodo. “[…] Ricordiamo sempre cosa veramente è insopportabile e opprimente. Tragiche sono state le feste di quella anziana signora senzatetto che a Roma, il giorno della vigilia di Natale, è stata trovata morta nel cuore della notte sulle scale di una chiesa non lontana dalla basilica di San Pietro. Probabilmente la signora è deceduta per ipotermia, oltre che sola come un cane. E non è l’unico clochard trapassato in questi giorni a causa delle basse temperature”.
“La verità è che non ci uccideranno le abbuffate, la noia, i parenti, i regali riciclati, le tombolate tediose, le visite inopportune. Sappiamo che ad un certo punto avranno fine. Ad uccidere semmai sono solitudine, miseria, fame, disperazione, ingiustizia, bisogno. Un’ottima strategia quindi per superare queste giornate barbose consiste nel coltivare, anziché l’indole alla lagna, la consapevolezza di quanto siamo sfacciatamente fortunati”.