La procura, coordinata dall’ufficio della pm Maria Giuseppe Gravina, sta indagando sulla morte del manager di Visibilia.
Il suicidio di Luca Ruffino rappresenta un mistero che richiederà un grande sforzo ai pm per essere risolto. I familiari del presidente di Visibilia non riescono a spiegarsi i motivi dietro all’estremo gesto da parte del manager. “Negli ultimi anni ho accumulato tensioni e sofferenze che hanno saturato i miei spazi“, ha lasciato scritto Ruffino in uno dei bigliettini che si trovavano vicino al suo corpo senza vita.
I figli del dirigente hanno chiesto “rispetto e silenzio” sull’argomento ma hanno comunque affermato di essere “distrutti dal dolore per un gesto al quale non riusciamo a dare alcun senso“. “Nostro padre – aggiungono – era un combattente e aveva costruito una solida realtà imprenditoriale. Confidiamo nell’attività della Procura e nella possibilità che da questa possano trarsi utili elementi di comprensione“.
Le indagini
I dubbi dietro alla morte di Ruffino restano molti e la squadra mobile, guidata da Marco Calì e coordinata dalla pm Maria Giuseppe Gravina, sta indagando per capire quali fossero quelle “tensioni e sofferenze” che attanagliavano il manager. Gli agenti, inoltre, stanno anche investigando sulla presunta acquisizione, da parte del dirigente, di altre quote di Visibilia, pochi giorni prima di morire.
Nei prossimi giorni, spiega il Corriere della Sera, verrà analizzato il contenuto del suo telefono, del suo pc e delle chiavette Usb. Altre risposte potrebbe darle l’autopsia, attesa fra domani e venerdì, soprattutto per quanto riguarda le voci di una presunta grave malattia che stava debilitando il manager.