Filippo Turetta, terrificante: l’app-spia e le 75 coltellate al volto di Giulia

Filippo Turetta, terrificante: l’app-spia e le 75 coltellate al volto di Giulia

Le prove schiaccianti contro Filippo Turetta nel caso del femminicidio di Giulia Cecchettin. Premeditazione, crudeltà e indagini chiuse.

Filippo Turetta seguiva Giulia Cecchettin con un’app-spia installata sul cellulare, monitorando ogni sua mossa. Giulia, studentessa di Ingegneria biomedica, fu uccisa l’11 novembre e ritrovata una settimana dopo nei pressi del lago di Barcis. La procura di Venezia ha chiuso le indagini, evidenziando la premeditazione e la crudeltà dell’atto. Turetta aveva pianificato nel dettaglio il suo crimine: dal rapimento all’occultamento del cadavere, passando per la fuga. Come riportato dal corriere.it

Secondo gli inquirenti, Turetta aveva organizzato un piano criminoso “spietato” già dal 7 novembre, quattro giorni prima dell’omicidio. Le ricerche su internet di materiale come nastro isolante, manette e cordame confermano la premeditazione. Inoltre, aveva preparato la fuga con soldi contanti, abiti puliti e provviste, evitando il contatto con terzi. Come riferito dal corriere.it

Giulia Cecchettin murales

L’atto che incastra Turetta

Le prove raccolte dalla procura sono schiaccianti. Tra queste, un file sul computer di Turetta in cui descriveva dettagliatamente come legare e imbavagliare Giulia. Questo documento, scritto e cancellato, è stato recuperato dagli esperti informatici, dimostrando l’intenzione premeditata di Turetta. Come riportato dal corriere.it

La crudeltà dell’omicidio è evidente dalle 75 coltellate inferte, di cui 20 di difesa. Giulia è stata colpita ripetutamente, anche al volto, in modo tale da eccedere l’intento omicida. Gli inquirenti attribuiscono a Turetta anche il sequestro di persona, il porto d’armi, l’occultamento di cadavere e lo stalking. Come da fonte dal corriere.it

Indagini e prove raccolte dalla procura

Il procuratore capo e il sostituto hanno guidato le indagini con l’aiuto dei carabinieri di Venezia. Hanno dimostrato che Turetta aveva pianificato il delitto nei minimi dettagli, inclusa la scelta di una località montuosa per occultare il corpo. Turetta aveva studiato cartine stradali per evitare l’uso di strumenti elettronici durante la fuga. Come da informazioni dal corriere.it

La testimonianza delle amiche di Giulia, raccolta dai difensori della famiglia Cecchettin, conferma lo stalking e le intimidazioni subite dalla ragazza. Questi elementi sono stati fondamentali per la procura, che ora passa la parola al giudice per le indagini preliminari (gup). Il giovane potrebbe chiedere una perizia psichiatrica, ma il rischio dell’ergastolo è concreto. Come riportato dal corriere.it

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