Dopo la sentenza con l’ergastolo per l’omicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta dovrà fare i conti con la giustizia.
Giustizia è stata fatta per l’omicidio Giulia Cecchettin con Filippo Turetta che è stato condannato all’ergastolo. Eppure, non tutti sono rimasti pienamente soddisfatti della decisione della sentenza anche considerando quelli che potrebbero essere, negli anni che verranno, gli step che potrebbero portare il killer a ricevere “molto presto” il primo permesso.
Filippo Turetta, il commento dopo l’ergastolo
La povera Giulia Cecchettin ha avuto giustizia ma, va detto, non tutti sono rimasti pienamente soddisfatti per la pena inflitta al suo assassino, Filippo Turetta. il ragazzo ha ricevuto l’ergastolo ma non gli sono state riconosciute alcune aggravanti come la crudeltà e lo stalking.
Il giovane, secondo quanto si apprende da Repubblica, ha avuto modo di parlare prima di essere accompagnato al terzo piano del carcere di Verona, nella sezione dedicata ai sex offender. “L’attesa è stata angosciante. Penso sia una sentenza giusta, me l’aspettavo”.
Sarebbe questo il senso delle parole confidate a chi ha avuto la possibilità di parlare con lui. Allo stesso tempo, a Turetta è stato anche chiesto se volesse sentire i suoi genitori che non hanno preso parte alle varie udineze. La risposta sarebbe stata: “No, non me la sento adesso. Chiamo mia mamma domani, è il suo compleanno”.
Dai permessi premio alla condizionale: gli step
Interessante focus sulla pena inflitta a Turetta è stato poi fatto dal Corriere della Sera, edizione Veneto. Il media, infatti, ha fatto luce su quelli che potrebbero essere i prossimi step della vita del killer della Cecchettin.
L’ordinamento penitenziario prevederebbe tre step progressivi: dopo 10 anni potrà accedere ai primi permessi premio; dopo 20 anni (nel 2043) è possibile la semilibertà, mentre dopo 26 la liberazione condizionale.
In questo senso, il Corriere sottolinea riguardo alla liberazione condizionale: “Si parla del 2049, quando avrà 48 anni. Insomma, in tempo per poter provare a rifarsi una vita”.