Filippo Turetta, scatta l’allarme suicidio nel carcere di Montorio

Filippo Turetta, scatta l’allarme suicidio nel carcere di Montorio

Situazione molto grave nel carcere di Montorio, a Verona, dove è detenuto Filippo Turetta. Scatta l’allarme suicidio.

Nel carcere di Montorio, a Verona, dove è detenuto Filippo Turetta è allarme suicidi. Proprio così perché come sottolineato dall’Ansa e dal Corriere della Sera, nelle scorse ore è arrivata ancora una morte da parte di un detenuto che si è tolto la vita, probabilmente, per le condizioni terribili della struttura.

Si tratta del terzo episodio in 28 giorni che non può non far parlare, vista anche la detenzione del giovane ragazzo che ha ucciso Giulia Cecchettin, diventato ormai un caso nazionale.

Giulia Cecchettin foto

Filippo Turetta, allarme suicidi nel carcere di Montorio

Secondo quanto si è appreso in queste ore, nel carcere di Montorio, a Verona, un altro detenuto si è tolto la vita. Si tratta del terzo suicidio in soli ventotto giorni. Un trentenne di origine marocchine, Oussama Hatim, si è tolto la vita in cella di isolamento nella giornata di venerdì. Adesso, la famiglia ha chiesto spiegazioni anche perché l’uomo, dopo tre anni, a breve sarebbe tornato in libertà.

A confermare quanto accaduto e, allo stesso tempo, anche i dati allarmanti per la struttura – si tratta di uno dei carceri più sovraffollati del Veneto con più 153% di detenuti, secondo solo a Treviso con più 154% -, è stato lo stesso carcere nel quale, come anticipato, è detenuto anche Filippo Turetta.

Anche per questo la notizia della terza morte di questo tipo nel giro di 28 giorni ha destato particolare preoccupazione con il ragazzo, killer di Giulia Cecchettin, sotto la lente di ingrandimento.

“Evitare i gesti estremi”

Infatti, la presenza di Turetta nella struttura ha accentuato l’eco della notizia di questo terzo suicidio. Già in precedenza, il ragazzo era finito in una sorta di “osservazione speciale” per “evitare gesti estremi” nel giorno dei funerali di Giuiia Cecchettin.

La struttura temeva che il ragazzo, guardando la cerimonia della giovane da lui uccisa, potesse eccedere e causarsi dei danni. Da qui la scelta di tenere tutte le televisioni del carcere spente e tenerlo sotto controllo nell’arco della giornata.

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