Filippo Turetta in aula per l’omicidio Cecchettin: il video

Filippo Turetta in aula per l’omicidio Cecchettin: il video

Per la prima volta Filippo Turetta si trova in aula per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Le prime immagini video del killer e le sue parole.

C’era grande fermento per quella che sarebbe stata la presenza in aula di Filippo Turetta nel processo che lo riguarda per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Il ragazzo si è presentato davanti ai giudici per la seconda udienza alla Corte d’Assise di Venezia e ha iniziato a rispondere alle domande della corte. In questo senso sono arrivate le primissime immagini e video.

Giulia Cecchettin murales

Filippo Turetta, il video in aula per l’omicidio Cecchettin

Nella seconda udienza alla Corte d’Assise di Venezia, Filippo Turetta si è presentato per rispondere alle domande relative all’omicidio di Giulia Cecchettin, la sua ex fidanzata. L’imputato non aveva partecipato alla prima seduta del suo processo, il 23 settembre, quando l’avvocato del 22enne aveva motivato la scelta di non esserci con l’eccessivo “clamore mediatico” che gli aveva “suggerito di non essere presente”.

Oggi, invece, il giovane è stato presente con le prime immagini e video che lo riguardano che sono subito diventate virali a conferma della grande attesa, probabilmente anche di far giustizia, per le vicende che hanno visto la povera Giulia essere brutalmente ammazzata. A mostrare i contenuti è stato anche Mattino 5, trasmissione condotta da Federica Panicucci, che ha fatto vedere alcuni dei momenti iniziali dell’udienza.

Le prime parole

Nel collegamento video dall’aula in cui era presente appunto Turetta, è stato possibile ascoltare alcune delle domande che gli sono state fatte e allo stesso tempo le sue risposte. Nei filmati di Mattino 5 si sente domandare al ragazzo qualcosa in merito a degli oggetti utilizzati per commettere l’omicidio. Dal canto suo Turetta ha risposto sulle ricerche da lui effettuate: “Avevo fatto quella ricerca”. E ancora sulle applicazioni per celare l’indirizzo ip: “Eh… (silenzio ndr)”.

Su altri oggetti da lui posti in auto: “Eh… allora eh. Come dicevo, sì. Non so quando li ho messi se ho detto giovedì o ho detto a caso, è stato uno di quei giorni lì”.