Si è svolto il primo interrogatorio di Filippo Turetta dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin. Cosa è stato detto e le reazioni.
Era atteso per la giornata di martedì 28 novembre il primo interrogatorio di Filippo Turetta dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, la giovane ex fidanzata. Così è stato e dopo il faccia a faccia con giudice e pm ecco anche le prime impressioni e reazioni.
L’interrogatorio di Filippo Turetta
Nella giornata odierna, di martedì 28 novembre, era previsto il primo interrogatorio in Italia di Filippo Turetta dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin. Da quanto si apprende, il giovane, insieme al suo avvocato, si è presentato per il faccia a faccia con giudice e pm ma l’incontro non sembra essere andato nel modo migliore.
Secondo le prime informazion, l’interrogatorio è iniziato verso le 10 e già attorno alle 10:30 sono usciti la giudice e il pm. Questo fa pensare, quindi, che il giovane non abbia risposto alle domande, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Non si sa ancora se abbia o meno rilasciato parole importanti sull’accaduto e cosa lo abbia spinta a compiere il delitto.
Secondo alcune ricostruzioni riprese da Il Messaggero, il ragazzo avrebbe pianto davanti alle autorità nel corso dell’incontro e avrebbe reso dichiarazioni spontanee ripetendo quanto aveva già detto alla polizia tedesca, ovvero: “Ho ucciso la mia ragazza”. A confermarlo sarebbe stato il suo avvocato.
Perché ha ucciso Giulia: parla l’avvocato di Elena Cecchettin
Le uniche certezze sulla situazione legata a Filippo e a Giulia sono quelle del legale di Elena Cecchettin, sorella della vittima. Infatti, l’avvocato Nicodemo Gentile ha spiegato, come sottolineato da TgCom24, il perché il ragazzo abbia compito il delitto: “Filippo Turetta ha dimostrato di essere un molestatore assillante. Infatti il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono fame di possesso verso la nostra Giulia”.
Il legale ha proseguito: “Un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia.Un uso padronale del rapporto che ha spinto Filippo Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo. Anche tramite chiamate e messaggi incessanti e poi, in ultimo, l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria“.