Filippo Turetta, le assurde parole del padre: “Non sei un mafioso, non ti devi dare colpe”

Filippo Turetta, le assurde parole del padre: “Non sei un mafioso, non ti devi dare colpe”

Le intercettazioni del primo colloquio in carcere tra Filippo Turetta e suo padre dopo l’arresto per l’omicidio di Giulia Cecchettin.

Durante la prima visita a dicembre dei genitori a Filippo Turetta, gli inquirenti hanno intercettato le parole del padre che ha cercato di confortare il figlio.

Come riportato da Fanpage.it, Nicola Turetta ha detto al figlio: “Non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico, però ti devi laureare“.

Il colloquio è stato inserito nel fascicolo processuale ed è stato reso pubblico dal settimanale Giallo e ripreso da varie testate giornalistiche, tra cui il Corriere della Sera e L’Arena di Verona.

Le parole shock del padre di Filippo Turetta

Durante la conversazione, il padre ha tentato di normalizzare l’accaduto, sostenendo che: “Ci sono altri 200 femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti“.

Tuttavia, Filippo Turetta non può sfuggire alla gravità delle accuse che deve affrontare. Il prossimo 23 settembre, inizierà il processo.

Le accuse sono l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dal legame affettivo e dallo stalking.

Inoltre, il giovane è accusato di occultamento di cadavere, porto d’armi e sequestro di persona, reati che aggravano ulteriormente la sua posizione legale.

Turetta stesso, durante l’interrogatorio col pm, ha confessato che il gesto estremo è stato scatenato dal rifiuto di Giulia Cecchettin di continuare la relazione.

Questa confessione, sebbene cruciale per il processo, non diminuisce la brutalità dell’atto commesso.

Il sostegno al figlio

Durante il colloquio, Filippo Turetta ha espresso preoccupazione riguardo la sua situazione legale e il supporto dell’avvocato Giovanni Caruso, dicendo: “Magari non ce la faccio a riferirgli tutto, io non ho detto tutto“.

Inoltre, il giovane ha chiesto al padre se fosse stato licenziato a causa sua, mostrando una certa consapevolezza delle ripercussioni delle sue azioni sulle vite degli altri.

Il sostegno dei genitori è comunque apparso evidente, nonostante la gravità della situazione. Il padre, con parole di conforto, ha cercato di mantenere la speranza viva.

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