Paura per Filippo Turetta, trasferito tra i detenuti comuni del carcere
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Filippo Turetta trasferito tra i detenuti comuni: “paura” per la sua sicurezza

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Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, è stato trasferito dalla sezione dei detenuti comuni.

Nel complesso mondo del sistema penitenziario italiano, le decisioni riguardanti l’allocazione dei detenuti sono spesso influenzate da molteplici fattori, anche per Filippo Turetta. La gestione delle carceri richiede un equilibrio tra sicurezza interna, sovraffollamento e percorsi rieducativi. In questo contesto, la collocazione dei detenuti in specifiche sezioni assume un ruolo cruciale per garantire sia la loro sicurezza sia quella dell’intera comunità carceraria.

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La sezione protetta: una necessità per alcuni detenuti

All’interno delle strutture penitenziarie, esistono sezioni denominate “protette” destinate a detenuti che, per la natura dei reati commessi o per altre circostanze, potrebbero essere esposti a rischi se collocati insieme alla popolazione carceraria generale. Queste sezioni offrono una tutela aggiuntiva, prevenendo possibili aggressioni o ritorsioni da parte di altri detenuti. La decisione di assegnare un detenuto a queste aree speciali è spesso legata alla gravità del reato, alla sua risonanza mediatica e al sentimento pubblico associato.

Il caso di Filippo Turetta: dall’arresto alla detenzione

Filippo Turetta, un giovane di 23 anni, è stato arrestato nel novembre 2023 in Germania, dopo una breve fuga, con l’accusa di aver commesso un crimine che ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana: l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. A seguito dell’arresto, Turetta è stato estradato in Italia e detenuto nel carcere di Montorio Veronese. Inizialmente nella sezione protetta, proprio per le ragioni sopra menzionate.

La telefonata alla famiglia e l’allarme dei legali

Di recente, però, è stato disposto il trasferimento di Turetta tra i detenuti comuni, suscitando in lui una forte preoccupazione. “Mi spostano”, avrebbe detto il giovane durante una telefonata alla sua famiglia, manifestando il timore di poter subire violenze da parte degli altri detenuti.

I suoi legali hanno espresso apprensione per questa decisione, evidenziando il pericolo che Turetta potrebbe correre: “Richiesta motivata dalla giovane età di Filippo, dalla gravità del reato che ha commesso, dalla risonanza mediatica della vicenda e dal generalizzato sentimento di orrore che il fatto ha suscitato nell’intera comunità nazionale. L’interesse mediatico, diffuso e morboso ha creato un clima di violenza verbale e reale”.

Non è un timore infondato: uno dei suoi avvocati ha ricevuto minacce per aver garantito il diritto alla difesa di Turetta ed è tuttora sotto protezione. Inoltre, con il deposito delle motivazioni della sentenza, i legali temono un’escalation di ostilità nei confronti del loro assistito. “Rischio nuove ostilità con la pubblicazione delle motivazioni della condanna”, hanno dichiarato. Come riportato da rainews.it

Ora, resta da vedere se la richiesta di riassegnazione alla sezione protetta verrà accolta o se Turetta dovrà affrontare la convivenza con gli altri detenuti. In un ambiente che potrebbe rivelarsi estremamente ostile nei suoi confronti.

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ultimo aggiornamento: 1 Marzo 2025 17:58

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