Fine vita: l’astensione al voto di Bigon accende il dibattito all’interno del PD, guidato da Elly Schlein.
Nelle dinamiche politiche interne al Partito Democratico (PD), la recente controversia riguardante Annamaria Bigon, ex vice segretaria del PD a Verona, ha acceso un nuovo dibattito sulla libertà di espressione e sul pluralismo all’interno del partito. La Bigon è stata al centro delle polemiche per la sua astensione nel voto alla legge veneta sul fine vita, decisione che ha avuto significative ripercussioni. Una tra queste, la mancata comunicazione con Elly Schlein.
Bigon: l’astensione che ha scatenato la polemica
Annamaria Bigon, in una dichiarazione, ha espresso la sua posizione in merito alla legge sul fine vita, sottolineando l’importanza della disponibilità delle cure palliative per tutti. “Un malato terminale può e deve essere preso in carico e accompagnato al compimento della propria esistenza, lasciando a lui la libera scelta delle cure palliative. La presa in cura è fondamentale e la Regione deve farsene carico“, ha affermato Bigon.
La sua scelta di astenersi, in dissenso con la linea del partito, è stata vista come un atto di ribellione che ha portato alla sua revoca dalla carica di vice segretaria a Verona.
Fine vita, reazioni e critiche da parte di Elly Schlein
Le reazioni all’interno del PD non si sono fatte attendere. La stessa Bigon ha rilevato una mancanza di comunicazione con la segreteria, menzionando in particolare Elly Schlein, segretario provinciale, affermando: “Schlein non mi ha chiamata. Ma io resto a disposizione per spiegare le mie ragioni, di cui sono convinta”.
Questa situazione ha sollevato interrogativi sull’approccio del partito verso il dissenso interno e la libertà di espressione dei propri membri. Pierluigi Castagnetti, ex deputato e segretario dei Popolari, tra i fondatori del PD, ha espresso una dura critica: “Così mettono in discussione l’intera architrave del partito. Ma dove vogliamo arrivare? Non c’è disciplina politica che tenga. La sensazione è che si sia voluto colpire uno, per educarne cento. Il PD è un bene comune. Questa segreteria spesso lo dimentica”.