Fiorello: “Croce celtica? Noi siamo della Rai, ignoranza totale”

Fiorello: “Croce celtica? Noi siamo della Rai, ignoranza totale”

L’irriverente showman della Rai, Fiorello affronta le controversie con leggerezza e umorismo durante il suo show ‘Viva Rai2!’.

La seconda puntata di ‘Viva Rai 2!’ ha preso il via con una ventata di polemiche, ironie e dichiarazioni pungenti da parte di uno dei volti più noti della televisione italiana, Rosario Fiorello. In un contesto televisivo in continuo fermento, lo showman ha affrontato con il suo stile unico la questione della croce celtica, trasformando un simbolo controverso in materia di risate e satira.

La croce celtica l’ho regalata io… Noi siamo della Rai: ignoranza totale! Quelli di cultura se ne sono andati…” afferma ironicamente Fiorello.

Rosario Fiorello

Tra ignoranza e cultura: l’autoironia di Fiorello

All’interno del panorama televisivo italiano, Fiorello si distingue per la sua capacità di giocare con le parole e i simboli. La presenza di una croce celtica, tipicamente associata a ideologie estremiste, diventa per lui un pretesto per mettere in luce l’ignoranza che a volte permea il settore televisivo, scherzando sul fatto che per lui quel simbolo non ha altro significato che quello di un cartone animato giapponese, famoso in tutto il mondo.

Il confronto con altre reti televisive, come La7, viene utilizzato per evidenziare con una punta di sarcasmo il declino culturale di certe programmazioni, ironizzando sulla supposta superiorità intellettuale dei competitor. Fiorello, con la sua battuta sulla figlia che “studia” guardando La7, non fa che sottolineare questa contrapposizione. Enfatizzando la mutazione dell’identità culturale di Rai3 in “Rai Cepu”, in riferimento a una nota istituzione educativa privata.

La controversia dell’obelisco

L’ambientazione del Foro Italico, noto per l’obelisco di Mussolini, diventa terreno fertile per Fiorello, che gioca sull’assurdità di essere etichettato fascista in un contesto tanto caricaturale. La sua capacità di prendersi in giro, estendendo la critica a un’intera emittente televisiva. Mostra quanto l’umorismo possa diventare uno strumento di riflessione critica sulla realtà.

La cultura televisiva, spesso accusata di essere superficiale o addirittura di contribuire a un certo “abbassamento” del livello culturale. Viene messa sotto i riflettori da Fiorello, che ne espone le contraddizioni con leggerezza e una dose di comicità. La sua performance, tra autoironia e critica sociale, evidenzia non solo la sua versatilità come showman, ma anche il potere della televisione di essere specchio e interprete dei cambiamenti culturali e sociali.

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