Nuovi sviluppi nell’Indagine della bambina peruviana Kata scomparsa a Firenze: tra archiviazioni e interrogatori ai familiari.
A Firenze, il caso della piccola Kata, scomparsa il 10 giugno, rimane avvolto nel mistero. Gli investigatori, dopo mesi di indagini, si avvicinano all’archiviazione della pista che suggeriva un rapimento della bambina dall’ex hotel Astor, nascosta in una valigia o un borsone. Questa teoria, una volta preminente, perde credibilità mentre gli interrogatori si concentrano sui familiari di Kata.
Interrogatori ai familiari: la ricerca della verità
Le attenzioni degli investigatori si focalizzano sui parenti più stretti di Kata. In particolare, Abel e Marlon, gli zii della bambina, sono stati interrogati a lungo. Entrambi, formalmente indagati per un presunto sequestro a scopo di estorsione, non hanno fornito elementi decisivi. Da giugno, nessuna richiesta di riscatto è stata avanzata, rendendo il caso ancora più complesso.
Abel, attualmente in carcere per un’indagine parallela sul racket degli affitti nell’ex hotel Astor, era presente nell’edificio il giorno della scomparsa di Kata. Questo aspetto aggiunge complessità al caso, insieme alla pista del tentato omicidio legato alla gestione del racket. Tuttavia, anche queste tracce non hanno portato a una svolta significativa nell’indagine.
La teoria dello scambio di persona e il viaggio in Perù
Una delle ipotesi più inquietanti riguarda uno scambio di persona. Kata potrebbe essere stata rapita per errore al posto di un’altra bambina, figlia di un’ex compagna di uno spacciatore arrestato. Questa pista suggerisce che Kata sia stata portata in Perù prima dell’esplosione mediatica del caso. Tuttavia, anche questa teoria non ha trovato conferme concrete.
Il caso di Kata rimane un enigma per le forze dell’ordine. Nonostante gli sforzi incessanti e i ripetuti interrogatori ai familiari, compresi i genitori, la verità resta nascosta. Gli investigatori continuano a lavorare su ogni possibile pista, sperando di risolvere il mistero della scomparsa di Kata e di riportare finalmente chiarezza in un caso che ha scosso la comunità di Firenze.