La flat tax dei Fratelli d’Italia spiegata dall’economista Maurizio Leo

La flat tax dei Fratelli d’Italia spiegata dall’economista Maurizio Leo

A parlare della fal tax dei Fratelli d’Italia è Maurizio Leo, il responsabile economico di Fratelli d’Italia.

Si tratta di una riforma fiscale che avverrà attraverso un “percorso graduale”. Che partirà “dalla flat tax incrementale”, passando “per un progressivo appiattimento e semplificazione delle aliquote Irpef” e infine “valutata compiutamente la compatibilità finanziaria, ad una aliquota unica”.  

Flat tax, le polemiche sul provvedimento

A parlare della flat tax dei Fratelli d’Italia è Maurizio Leo, il responsabile economico di Fratelli d’Italia, all’interno di una lettera inviata alla Repubblica. Per quanto riguarda la polemica relativa al fatto che la flat tax è un provvedimento lento e graduale, nella sua lettera Maurizio Leo spiega che si tratta di “una maggiore attenzione alle singole fasi di realizzazione di un percorso condiviso”. 

Nella fattispecie, il responsabile economico si riferisce ad un articolo firmato dagli economici Tito Boeri e Roberto Perotti. Secondo l’articolo la flat tax sarebbe “iniqua, costosa e inapplicabile”, nonché una “fake tax”.  

E si riferisce anche alle affermazioni di Mark Zandi, secondo cui la flat tax non sarebbe “mai stata attuata per il gravoso onere che imporrebbe sulle finanze pubbliche italiane“. Ciò in quanto “un’imposta fissa sul reddito ridurrebbe significativamente le entrate pubbliche. Anche assumendo un effetto positivo sulla crescita, quindi probabilmente metterebbe in pericolo la sostenibilità del debito italiano”. 

Maurizio Leo: “Meccanismo incentivante”

Nella sua lettera, Maurizio Leo vuole sottolineare l’intento del provvedimento. Si tratta di  “un meccanismo incentivante, a favore di chi crea ricchezza, di chi lavora, di chi si dà da fare, di chi ci crede. L’idea di fondo è semplice. Su tutto ciò che si dichiara in eccedenza rispetto al pregresso, si pagheranno meno tasse e, in particolare, “solo” il 15%”. 

E continua spiegando: “Qui, però appare utile qualche precisazione, taluna forse scontata, come la circostanza che la tassazione al 15% debba riguardare il solo anno in cui l’incremento di reddito si realizza, mentre non sarebbe sensato un trascinamento del beneficio anche negli anni successivi, se non in relazione a eventuali ulteriori incrementi”.  

Argomenti