Flop di Santanché: tutto quello che non torna sul turismo digitale

Flop di Santanché: tutto quello che non torna sul turismo digitale

Polemiche sul turismo in Italia: errori tecnici su Italia.it e la campagna “Open to Meraviglia” mettono sotto accusa la ministra Santanché.

Dopo il discusso lancio della campagna “Open to Meraviglia” da parte del ministero del Turismo, capitanato da Daniela Santanché, si accendono nuove polemiche.

Al centro della questione c’è il sito Italia.it, piattaforma ufficiale di promozione turistica. Errori tecnici, traduzioni approssimative sembrano ripercorrere le stesse ombre che hanno accompagnato progetti fallimentari del passato, come il famigerato VeryBello.it.

Daniela Santanchè

Nuove polemiche per la ministra Santanché: cosa succede

La questione è esplosa quando, come riportato da Mowmag e Il Corriere, molti utenti hanno iniziato a segnalare anomalie su Italia.it.

La versione inglese del sito riportava ancora un articolo sul Natale 2023 ben oltre la stagione, un errore corretto solo di recente aggiornando la dicitura a “Natale 2024“.

Tuttavia, il problema persiste nella sezione spagnola, dove alcuni contenuti appaiono in italiano, suscitando perplessità sulla coerenza del progetto.

Non meno critiche ha ricevuto il profilo Instagram ufficiale associato alla campagna “Open to Meraviglia“. Dopo un lungo silenzio estivo, è tornato online con un post ironico che ha fatto storcere il naso: “So bene che avete sentito la mia mancanza e mi fa piacere sapere che vi siate così tanto preoccupati per me“.

Una mossa che molti hanno giudicato fuori luogo, vista la necessità di promuovere le eccellenze italiane in un periodo chiave come l’estate.

Una strategia da ripensare

Le critiche non si limitano agli errori tecnici. Gli osservatori si chiedono quale sia la visione strategica del ministero del Turismo per promuovere il Paese.

Nonostante gli investimenti, i risultati appaiono sotto le aspettative. Daniela Santanché è finita al centro delle polemiche non solo per le difficoltà operative, ma anche per l’impatto limitato delle iniziative intraprese.

I paragoni con VeryBello.it, il portale costato 35.000 euro e abbandonato dopo Expo 2015, sono inevitabili. Anche allora, errori di traduzione, immagini inadeguate e una comunicazione frammentata avevano segnato il destino di un progetto mai decollato. Rischia “Open to Meraviglia” di seguire lo stesso percorso?