La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Rodolfo Fiesoli, fondatore de “Il Forteto”. Condannato per violenza sessuale e maltrattamenti, l’Alta Corte ha riconosciuto che la sentenza “non è definitiva”.
ROMA – La Corte di Cassazione ha deciso la scarcerazione di Rodolfo Fiesoli, uno dei fondatori della comunità denominata “Il Forteto“. La Suprema Corte ha infatti accolto il ricorso presentato dalla difesa: “Fiesoli non è stato scarcerato per motivi di salute, anche se l’età avanzata potrebbe farlo pensare, ma perché la sentenza non è definitiva“, le parole dell’avvocato Zilletti.
La condanna e l’arresto di Rodolfo Fiesoli
Rodolfo Fiesoli, insieme a Luigi Goffredi, fondò nel 1977 a Vicchio (provincia di Firenze) la comunità “Il Forteto”, ispirata alle teorie di Don Milani. Nel 1985 le prime grane per atti di libidine violenti e corruzione di minorenne, a cui è seguita la condanna. Nel 2015 Fiesoli viene condannato a 15 anni e 10 mesi per maltrattamenti e abusi sessuali. Il 23 dicembre scorso, i Carabinieri lo hanno arrestato e tradotto nel carcere di Sollicciano per scontare un residuo di pena di oltre 14 anni.
Il ricorso e la scarcerazione
Poche ore fa, infine, la Cassazione ha accolto il ricorso della difesa decidendo per la scarcerazione nei confronti di Roberto Fiesoli. “Dal tenore della decisione, di cui non sono ora note le motivazioni – ha spiegato ancora Zilletti – è facilmente arguibile come sia stata accolta in pieno la tesi della difesa circa l’impossibilità di eseguire una pena che non abbia i caratteri di certezza e irrevocabilità“.