Il famoso videogioco, mai approvato ufficialmente in Cina e commercializzato con un nome diverso da Fortnite, è stato definitivamente ‘spento’.
Fortnite è diventato inaccessibile in Cina, con gli utenti che hanno confermato di non poter più accedere al famoso gioco sviluppato da Epic Games. Si tratta di un nuovo passaggio dell’attività di repressione avviata lo scorso mese di agosto dalle autorità di Pechino, che hanno avviato una dura campagna contro la dipendenza dei giovani dai videogame.
Fortnite è inaccessibile in Cina: server disconnessi
Epic Games, società sviluppatrice del famosissimo gioco che ha avuto un successo su scala mondiale, aveva anticipato ad inizio novembre la decisione di spegnere il gioco in Cina scollegando i server e dal 1 novembre è stata resa impossibile la creazione di nuovi profili di gioco. Dallo stesso giorno sono stati bloccati i download del famosissimo videogame.
Il 15 novembre è scattato lo stop definitivo, con i server che sono stati scollegati spegnendo di fatto il gioco per gli utenti cinesi. Epic Games non ha specificato i dettagli ma si è limitata a comunicare lo stop.
La mancata autorizzazione da parte di Pechino
Va detto che il rapporto tra Fortnite e Pechino è sempre stato complicato. Pechino, che deve esprimersi su tutti i videogiochi che vengono commercializzati in Cina, non aveva mai autorizzato il videogioco. Il noto videogame è stato reso disponibile, con un nome diverso, nel 2018 in seguito ad un accordo tra Epic Games e una società cinese. Il videogioco era stato anche censurato rispetto alla versione rilasciata in Italia, ad esempio. Il problema principale è legato ai guadagni. Senza l’autorizzazione ufficiale da parte di Pechino, per gli utenti non era possibile procedere con gli acquisti. Di fatto il videogioco non generava guadagni.
La stretta di Pechino contro la dipendenza dai videogiochi
Lo spegnimento di Fortnite rientra nella strategia del governo di Pechino, che lo scorso mese di agosto ha avviato una campagna contro il mondo dei videogames per combattere la dipendenza degli adolescenti. In base alle regole varate dalle autorità nazionali, per gli under 18 vige il divieto di giocare ai videogiochi per più di tre ore alla settimana. Inoltre è possibile giocare solo il venerdì, il sabato e la domenica sera e durante i giorni festivi.
La notizia aveva fatto il giro della rete e aveva scatenato le polemiche. Le autorità nazionali in effetti hanno deciso di intervenire con una stretta sulla vita privata dei giovani e sul tempo libero. Una mossa che è stata vista soprattutto in occidente coma una stretta sulle libertà individuali. Va anche detto che in Cina la decisione non ha scosso particolarmente la maggioranza della popolazione.