Gianfranco Micciché, uno dei pionieri azzurri, lascia Forza Italia. L’annuncio nel corso di un’intervista. Ecco i motivi e il suo futuro.
Intervistato da Repubblica, Gianfranco Micciché ha annunciato l’addio a Forza Italia. Uno dei pionieri azzurri ha deciso di lasciare e nel corso del confronto con il noto quotidiano ha spiegato le ragioni della sua decisione menzionando anche alcuni dei valori del fondatore Silvio Berlusconi che, a detta sua, non ci sarebbero più. Successivamente, un passaggio anche sul suo futuro.
Forza Italia, l’addio di Gianfranco Micciché
Senza giri di parole Miccichè ha annunciato e spiegato il suo addio a Forza Italia: “Facciamo un salto indietro, proprio al 1994, a quell’idea del Cavaliere di riunire attorno a un unico progetto le forze liberali, laiche, socialiste, riformiste. Berlusconi nel giro di pochissimi mesi aprì alla destra, con la proposta di votare Fini come sindaco di Roma. Fini prese un impegno che allora mantenne: provare a costruire una destra che si liberasse dalla nostalgia del fascismo, liberale e moderna. Lui, Tatarella, Fisichella, ebbero il coraggio di fare quel passo. Cancellato dalla destra di oggi“.
In questo senso il noto politico ha aggiunto: “[…] Berlusconi non avrebbe mai permesso quello che sta accadendo. Io sto dando un segnale: questa FI non è quella di Berlusconi, è anonima e totalmente succube degli alleati di governo. Ma lei li ricorda i nomi dei ministri di Forza Italia? Si conosce solo Tajani, basta questo per dire che c’è qualcosa che non va. Le scelte le fanno gli altri”.
Il futuro altrove
Nel futuro di Miccichè, comunque, c’è ancora la politica: “Continuo a fare politica. Intanto sto lavorando per la realizzazione di un convegno sui diritti, per dare un contributo all’aggiornamento della Carta dei diritti, che non sono più quelli del secolo scorso, lo studio, la religione, il voto”, ha detto sempre nel corso dell’intervista.
“Vorrei battermi per il diritto alla verità, oggi minacciato non solo da fake news veicolate dai social ma pure da un uso improprio delle intercettazioni. Ma lasciamo stare la giustizia. A lei pare normale che al Comune di Palermo non si riesca a far approvare una mozione che consenta la trascrizione dei bambini delle famiglie omogenitoriali? Siamo tornati a 50 anni fa. E tutto per compiacere il governo”.