Francesca Deidda massacrata a martellate: “Ecco perché l’ha uccisa”

Francesca Deidda massacrata a martellate: “Ecco perché l’ha uccisa”

Il caso legato alla morte di Francesca Deidda, massacrata a martellate, potrebbe trovare finalmente una spiegazione. Il marito e il movente.

Stanno andando avanti le indagini sul caso della morte di Francesca Deidda, la donna scomparsa il 10 maggio scorso e ritrovata priva di vita in un borsone nelle campagne nel Cagliaritano. Per la sua morte è in carcere, accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, il marito Igor Sollai. In queste ore sarebbero emersi dei dettagli che potrebbero spiegare il delitto: dalla premeditazione al movente.

Francesca Deidda uccisa: la premeditazione

Secondo quanto si apprende da L’Unione Sarda, ci sarebbero novità importanti per quanto concerne l’uccisione di Francesca Deidda, massacrata a martellate dal marito, Igor Sollai. In modo particolare su quella che sarebbe stata la premeditazione del delitto e anche il movente.

Gli investigatori sembrano convinti che prima di uccidere a martellate sua moglie sul divano di casa, mentre riposava, Igor Sollai abbia premeditato tutto, facendo ricerche su internet e provando anche a procurarsi del cianuro.

L’Unione Sarda ha spiegato che tutto questo sarebbe emerso dall’esame del computer e del telefonino del 43enne di San Sperate, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

Il movente economico

Stando a quanto ripreso sempre dal media sardo, il movente che avrebbe spinto Sollai a compiere il delitto “sarebbe squisitamente economico e finalizzato ad ottenere, oltre che la piena proprietà della casa coniugale, anche il premio di un’assicurazione sulla vita (circa 100mila euro) che la coppia aveva reciprocamente sottoscritto anni prima”.

L’arma del delitto

Circa un mese fa, il caso della Deidda era tornato agli oneri della cronaca per via degli accertamenti che erano stati effettuati anche per capire quale fosse stata l’arma del delitto. Sugli esami aveva detto la sua a Fanpage.it Gianfranco Piscitelli, presidente di Penelope Sardegna e avvocato del fratello della Deidda: “Io e il legale di Sollai, Carlo Demurtas, siamo stati convocati perché sono stati eseguiti accertamenti irripetibili su alcuni frammenti di ossa del cranio. Gli inquirenti mirano a identificare l’arma del delitto“, ha spiegato Piscitelli. “Prossimamente gli inquirenti faranno gli ultimi esami sugli oggetti sequestrati”, erano state le sue parole.