Francia: proteste contro riforma pensioni passata senza il voto

Francia: proteste contro riforma pensioni passata senza il voto

Il governo francese ha fatto passare la riforma delle pensioni senza il voto della Camera bassa. Proteste in tutta la Francia.

Ieri in Francia è stata la giornata decisiva per la riforma delle pensioni. Se il voto favorevole in Senato era scontato, dove Macron ha la maggioranza assoluta, i timori erano tutti concentrati sull’esito dell’Assemblea nazionale, ovvero la camera bassa del Parlamento francese. Per paura dei franchi tiratori il governo ha deciso di far passare la riforma senza il voto dei deputati appellandosi all’articolo 49 comma 3 della Costituzione, cioè l’adozione di un testo senza dibattito parlamentare.

Questa era una delle opzioni paventate dal governo che alla fine ha deciso di intraprendere per la prima volta nella storia repubblicana francese che ricorre a questo escamotage per una riforma strutturale e non contingente. Dall’adozione della Costituzione nel 1958 era stato applicato soltanto 100 volte di cui le ultime dieci in pochi mesi dalla premier Borne.

bandiera francese francia

Da destra a sinistra sono tutti contro Macron

«Non possiamo scommettere sul futuro della Francia, questa riforma è troppo importante», ha detto la premier annunciando il ricordo all’articolo 49.3 che ha scatenato la reazione della popolazione. «È un dito medio rivolto alla democrazia» dice un manifestante davanti all’Assemblea nazionale dove alle 15 era attesa la votazione, che non c’è stata. La reazione c’è stata anche in aula dove i deputati dell’opposizione hanno fischiato la premier e intonato la Marsigliese.

Da destra a sinistra, dal Front National di Le Pen alla sinistra radicale di Melenchòn, tutti si sono scagliati contro Macron e hanno decretato il fallimento del presidente francese. Le proteste per strada vanno avanti da settimane e ieri si è scatenata la rivolta in tutte le maggiori città. Sono 120 le persone che sono state fermate a Place de la Concorde. I sindacati hanno già annunciato “nuove mobilitazioni” davanti a un governo che “non ha la maggioranza”.