Il governo prevede l’aumento dei benefit aziendali fino a 1.000 euro, con un limite maggiore per i lavoratori con figli a carico.
Il governo Meloni prevede di innalzare la soglia di non tassazione dei fringe benefit per tutti i dipendenti, con un bonus ad hoc destinato a chi ha figli a carico. Si tratta di una vera e propria forma di “retribuzione in natura” in aggiunta alla tradizionale busta paga, che in un periodo economico come quello attuale può rappresentare un aiuto fondamentale per il lavoratore.
Cosa sono i fringe benefit?
All’interno del Dl Aiuti quater sono stati inseriti i cosiddetti fringe benefit, ovvero somme erogate ai lavoratori per il pagamento di utenze domestiche. Queste, si rivolgono anche ad immobili del coniuge o dei familiari del locatario.
Possono essere considerati fringe benefit quindi anche l’auto aziendale, l’assistenza sanitaria, la stipula di un’eventuale polizza assicurativa o la possibilità per il dipendente di beneficiare di un alloggio aziendale. La soglia esentasse per i beni ceduti e i servizi prestati ai lavoratori dipendenti è di 3.000 euro.
Tuttavia, questo non è un diritto del dipendente, ma è l’azienda a decidere se concedere o meno i bonus e in quale misura.
Cosa cambierà per i dipendenti?
Il governo Meloni intende incentivare il datore di lavoro a concedere la retribuzione aggiuntiva ai propri dipendente, attraverso l’aumento della soglia di tassazione. Il governo Draghi nel 2022 l’aveva innalzata fino a 600 euro, poi è stata portata a 3.000 euro fino al 31 dicembre, per poi scendere nuovamente nell’anno corrente.
Con il dl Lavoro varato dal governo Meloni negli ultimi giorni, il limite esentasse è tornato a essere di 3mila, ma solo per i dipendenti con figli. L’idea dell’esecutivo adesso è di portare la soglia a 1.000 euro per tutti i dipendenti, prevedendo però un bonus figli da 660 euro per un massimo di 3 figli. In ogni caso, il centrodestra dovrà prima trovare le risorse necessarie per concretizzare la proposta.