Funerali di Stato e lutto nazionale per operai di Brandizzo

Funerali di Stato e lutto nazionale per operai di Brandizzo

Gli appelli per i Funerali di Stato e il lutto nazionale per i 5 operai morti nella strage di Brandizzo. Il Governo deve decidere.

L’incidente ferroviario avvenuto a Brandizzo che ha visto cinque operai perdere la vita perché travolti da un treno in transito sta facendo molto discutere. In particolare, in attesa di comprendere di chi siano le responsabilità, si parla dell’ipotesi dei Funerali di Stato e del lutto nazionale per le vittime. In tale ottica, deve essere il Governo ad esprimersi e in queste ultime ore sono diversi gli appelli anche dagli stessi politici.

Funerali di Stato e lutto nazionale per operai di Brandizzo?

stazione del treno

Prima di capire quella che sarà la decisione del Governo, va ricordato che i Funerali di Stato spettano, sulla carta, ai Presidenti degli organi costituzionali, anche dopo la cessazione del loro mandato, e ai ministri deceduti durante la permanenza in carica.

In particolare sul sito della Presidenza del Consiglio di legge: “Possono inoltre essere rese, su delibera del Consiglio dei Ministri, a personalità che abbiano offerto particolari servizi alla Patria o cittadini che abbiano illustrato la Nazione, o cittadini caduti nell’adempimento del dovere o vittime di azioni terroristiche o di criminalità organizzata”.

Nell’ottica delle celebrazioni per i cinque operai, il mondo della politica pare essersi schierato. La segretaria del Pd Elly Schlein si è detta favorevole in quanto tale riconoscimento potrebbe “servire a comprendere la tragedia delle morti sul lavoro e l’urgenza di mettere in campo risorse, formazione e investimenti, di assumere personale per aumentare i controlli e puntare su tecnologie che possano rendere più sicuri i luoghi di lavoro”.

Dello stesso avviso anche Luigi Sbarra della Cisl: “Il riconoscimento dei funerali di Stato per i cinque operai vittime dell’incidente di Brandizzo sarebbe giusto e doveroso, anche in ricordo delle altre vittime sul lavoro. Ma la memoria pubblica non basta se non si confronta anche con i drammatici ritardi di misure e investimenti indispensabili per rendere sicuro tutti i luoghi di lavoro”.

Anche l’ex sindaco di Torino e l’ex primo cittadino della città si sono detti in linea con i precedenti pensieri, così come Carlo Calenda di Azione. A questo punto non resta che attendere cosa deciderà il governo.

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