L’ultimo saluto a Giovanna Pedretti, la dura omelia del parroco: “Sospetti pesanti come macigni”

L’ultimo saluto a Giovanna Pedretti, la dura omelia del parroco: “Sospetti pesanti come macigni”

Un migliaio di persone si sono riunite per i funerali di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata morta dopo la recensione ritenuta falsa.

A Sant’Angelo Lodigiano, un piccolo comune in Lombardia, un migliaio di persone si sono riunite questa mattina per dire addio a Giovanna Pedretti, la ristoratrice 59enne trovata morta nel fiume Lambro il 14 gennaio scorso. Durante la celebrazione dei funerali, il sacerdote Don Enzo Raimondi ha iniziato la sua omelia usando parole che hanno toccato nel profondo.

L’omelia del parroco ai funerali di Giovanna Pedretti

La comunità ha voluto mostrare la sua vicinanza alla famiglia di Giovanna Pedretti e il suo rispetto per una donna che, nei giorni precedenti alla sua morte, era stata al centro di un acceso dibattito sui social media. Durante i funerali, il parroco Don Enzo Raimondi ha espresso parole di condanna per il giudizio sommario e la mancanza di misericordia di coloro che parlano senza sapere, senza conoscere.

“Il rincorrersi, senza alcun filtro, dei sospetti, pesanti come macigni. Costruiti per soddisfare i pruriti di gente ormai frustrata al punto da bramare la narrazione delle disgrazie altrui. Dove il teorema da dimostrare, il dubbio da alimentare è che anche dove c’è del bene si nasconde, alla fine, un interesse, un tornaconto. Facendo così diventare le ombre tenebra”, ha tuonato il sacerdote.

La crudeltà sui social media

Nei giorni precedenti alla sua morte, Giovanna Pedretti aveva risposto a una recensione di un cliente che si lamentava di aver mangiato nel suo locale accanto a due omosessuali e un disabile. Successivamente però, la ristoratrice è stata accusata di aver inventato quella recensione solo per farsi pubblicità. Molti giornalisti hanno infatti messo in dubbio la veridicità della recensione stessa, motivo per cui la famiglia della vittima ha deciso poi di assumere un consulente informatico per cercare di difendere la sua immagine, anche dopo la sua morte.

A tal riguardo, Don Enzo Raimondi ha invitato a riflettere su come impedire ai “leoni da tastiera” di riversare impunemente il loro odio, dimenticando il potere distruttivo che possono avere anche semplici parole. “Abbiamo visto il male cosa può fare. Ci sentiamo, a volte, così svuotati che la cattiveria ci dà il colpo di grazia. Lasciamo che Dio ci aiuti a pensare Giovanna libera, serena, tra le braccia del padre”, ha concluso il parroco.

Durante i funerali, è stato esposto un striscione per ribadire ai giornalisti di rispettare il momento di dolore. Il messaggio, apparso nei giorni scorsi vicino all’abitazione di Giovanna Pedretti, chiedeva rispetto per il dolore della famiglia e della comunità.