Al G20 delle Finanze in India si è chiuso senza raggiungere l’accordo sul comunicato finale. I paesi si spaccano sulla guerra.
A Bangalore, in India i paesi del G20 Finanze non riescono a trovare un accordo per il comunicato finale. I lavori si sono conclusi senza riuscire a trovare una posizione unanime sulla guerra in Ucraina. Al posto del comunicato finale è stata presentata una sintesi dalla presidenza indiana che ha ribadito la condanna del conflitto tra Russia e Ucraina, stessa posizione del G20 di Bali sostenuta da “gran parte dei Paesi membri” ma senza l’avvallo, al di là della Russia, anche della Cina.
Nella nota di sintesi si definisce “inammissibile” un eventuale “uso delle armi nucleari”, mentre è “essenziale” appoggiare “il diritto internazionale e il sistema multilaterale che salvaguarda pace e stabilità”, in particolare la protezione dei civili e delle infrastrutture nei conflitti armati. La Cina, insieme alla Russia, non ha sottoscritto questi paragrafi. Il documento di sintesi ha parlato del fatto che la guerra ha condizionato negativamente l’economia globale.
Le divergenze tra i paesi aumentano
“Gran parte dei membri ha condannato con forza la guerra in Ucraina sottolineando che sta causando immense sofferenze ed esacerbando fragilità pregresse dell’economia globale” si legge nella sintesi. Nel summit del G20 “ci sono stati altri punti di vista e valutazioni della situazione e delle sanzioni” però è stata evitata la discussione perché questo forum non è deputato a risolvere i problemi relativi alla sicurezza, nonostante le conseguenze negative per l’economia globale.
Prospettive economiche che però sono leggermente migliorate dallo scorso vertice di Bali a novembre anche se si tratta di una crescita bassa. Sulla posizione del G20 sulla guerra, il ministro dell’Economia Giorgetti aveva precisato che qualsiasi altra soluzione, diversa dalla condanna decisa a Bali, sarebbe stato “un arretramento inaccettabile”. Ma alla fine dei lavori ha riconosciuto le varie divergenze tra i paesi complicati anche dalla crisi climatica. A “dividere il mondo” sono poi la “sicurezza energetica e l’insicurezza alimentare” ha aggiunto.
Giorgetti ha poi parlato della “corsa alla transizione energetica” che, insieme al tema “del controllo delle materie prime critiche”, non solo “divide” ma sta anche “provocando una frattura anche sul fronte occidentale tra Usa ed Europa, a sua volta molto frammentata”. Secondo il titolare del Mef la transizione dovrebbe avere una risposta globale.