G20 straordinario sull’Afghanistan, Draghi: “Emergenza umanitaria gravissima”

G20 straordinario sull’Afghanistan, Draghi: “Emergenza umanitaria gravissima”

Dopo i colloqui tra Stati Uniti e Talebani, i leader mondiali si confrontano in occasione del G20 straordinario sull’Afghanistan.

Si svolge il 12 ottobre il G20 straordinario sull’Afghanistan, appuntamento fortemente voluto dal governo italiano, preoccupato per la situazione nel Paese dopo il ritiro delle forze occidentali e l’avanzata dei talebani, tornati al potere.

Di seguito il video della conferenza stampa di Mario Draghi al termine del G20.

Il G20 straordinario sull’Afghanistan

Il vertice straordinario si tiene in video-conferenza. I lavori iniziano alle 13.00. Si discute della minaccia del terrorismo, dei diritti delle donne in Afghanistan, dei problemi umanitari, sociali ed economici. La giornata si conclude con la conferenza stampa del premier Mario Draghi.

Assenti al vertice straordinario il presidente della Cina Xi Jinping, sostituito dal rappresentante speciale del Presidente, e Vladimir Putin, anche lui sostituito. Le assenze di Xi Jinping e di Putin ovviamente pesano su questo vertice. Parliamo di due figure di spicco e che hanno una particolare influenza sulla sfera afghana e non solo.

Che io sappia l’assenza di Cina e Russia non era legata a motivi specifici. L’assenza dei presidenti era stata comunicata in anticipo. Il coinvolgimento c’è stato ed è stato continuo. E continuerà. Non credo ci siano stati motivi particolari di politica estera“, ha dichiarato Mario Draghi in conferenza stampa commentando l’assenza di Xi Jinping e Vladimir Putin.

La conferenza stampa di Mario Draghi

È stato un incontro soddisfacente è fruttuoso. C’è una consapevolezza diffusa che l’emergenza umanitaria che si sta sviluppando in Afghanistan è gravissima. Varie persone hanno parlato di catastrofe sanitaria. Io ho cercato di mettere questo in massima enfasi. C’è grande disponibilità ad agire e c’è grande convergenza di vedute. Si è parlato anche della necessità di riuscire ad arrivare ad un’azione unificata. Questo si è tradotto in un mandato alle Nazione Unite.

I vari attori, i vari Paesi e le istituzioni finanziarie internazionali, lavoreranno sotto questo grande ombrello. Le presidente della Commissione europea ha annunciato uno stanziamento di 1 miliardo di dollari per questo obiettivo. Questo è stato uno dei vari obiettivi. Anche il presidente degli Usa ha annunciato un aumento. Poi nel corso della conversazioni sono emerse altre questioni, come impedire il collasso economico del Paese.

Si è parlato anche della necessità di proseguire la lotta al Covid 19. Non è una questione prioritaria ma è una questione importante. Per quanto riguarda il tema dei diritti umani è stato toccato da tutti il tema dei diritti delle donne, che non devono tornare indietro di 20 anni. L’Afghanistan non deve tornare ad essere rifugio del terrorismo internazionale.

Si è parlato dell’aeroporto di Kabul, che deve rimanere aperto, e della necessità di coinvolgere i Paesi limitrofi. Bisogna dare ordine e visibilità ai movimenti migratori che al momento non hanno nessun tipo di coordinamento.

In chiusura ho invitato tutti a lavorare insieme almeno per quanto riguarda la crisi umanitaria. Su questo non ci sono diversità”.

Mario Draghi

Di Maio, “Dobbiamo finanziare lo Stato senza dare soldi ai talebani”

Prima del G20 straordinario, il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha parlato della situazione afghana ai microfoni della RAI: “Bisogna fare in modo che lo Stato non collassi, perché se l’Afghanistan collassa nel suo apparato statale vedremo flussi migratori incontrollati verso i Paesi limitrofi, con la conseguente destabilizzazione. A New York ne ho discusso con il segretario generale Onu Guterres. Dobbiamo trovare un meccanismo per finanziare lo Stato senza dare soldi ai talebani, per evitare che abbia un tracollo economico“.

Luigi Di Maio ha poi parlato del governo dei talebani confermando che il riconoscimento e la legittimazione di questo governo sono improbabili: “Ci siamo impegnati a sostenere le attiviste afghane per i diritti umani presenti fuori dall’Afghanistan, attiviste che abbiamo evacuato e che continuiamo a supportare. Tutto questo in un momento in cui, come sappiamo, c’è un governo in Afghanistan che ha circa 17 componenti che figurano nelle liste dei terroristi, un Paese dove le violazioni dei diritti umani sono quotidiane, e per questo io non credo che ci sia la possibilità di un riconoscimento di questo governo“.

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