Sulle montagne bavaresi è incominciato il G7: il price cap prende piede.
Il vertice dei Grandi della terra ha già sul tavolo la proposta del premier Draghi sul tetto al prezzo del gas. Per l’ex capo della Bce il price cap è fondamentale per frenare le entrate della Russia e ha un obiettivo geopolitico, come ribadisce. L’obiettivo finale del G7 è cancellare “per sempre” la dipendenza dalla Russia e questo è un primo essenziale passo in quella direzione.
Arriva anche il price cap al petrolio russo su cui si è convinta anche la Germania dopo le insistenze degli Usa. Il governo di Olaf Scholz si è finalmente convinto a seguire la linea dura contro Putin allineandosi con i suoi partner europei e occidentali. Secondo una rivelazione di Bloomberg, Berlino sarebbe pronta a “fornire sostegno finanziario, umanitario, militare e diplomatico e a stare al fianco dell’Ucraina fino a quando sarà necessario”.
La misura per contrastare Mosca e Pechino: 600 miliardi ai Pvs
Uno degli obiettivi sul tavolo del G7 è l’embargo totale all’importazione di oro russo. Per il primo ministro britannico Boris Johnson questa misura vuole colpire “direttamente gli oligarchi russi e la macchina da guerra di Putin. Un’altra misura per contrastare Putin – e non solo ma in un modo laterale anche la Cina -sono i 600 miliardi di dollari per finanziare le infrastrutture dei paesi più deboli in Africa, Asia, America Latina e anche Europa.
Un modo per attrarre all’area occidentale e del G7 tutti i paesi che potrebbero subire il fascino finanziario di Pechino e di Mosca che stanno corteggiando spudoratamente tutti i paesi in difficoltà per aizzarli contro l’Occidente. La sfida è tra democrazie e autarchie, il modello che Cina e Russia vogliono imporre sovvertendo l’attuale ordine mondiale. Come ha detto la presidente von der Leyen il Prtnership for Global Infrastructure and investment “serve a dimostrare ai nostri partner nel mondo in via di sviluppo che hanno la possibilità di scelta”.