Dopo essersi presentato e aver partecipato alla manifestazione di Roma pro Gaza, Gad Lerner è stato contestato ma ha voluto fare chiarezza.
Ha recentemente fatto parlare per l’attacco a Giorgia Meloni e al “sovranismo dei piccoli”. Ora Gad Lerner è tornato al centro dell’attenzione dopo aver preso parte alla manifestazione di Roma e al corte pro Gaza. Il giornalista ha quindi spiegato la sua decisione in un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha ribadito il significato, per lui, di essere sionista, cosa per altro rivendicata.

Gad Lerner alla manifestazione pro Gaza
Nella giornata di sabato pomeriggio, Gad Lerner ha preso parte sul palco di San Giovanni alla manifestazione pro Gaza dove si cantava Free Palestine. In quella occasione l’uomo ha detto senza giri di parole: “Chi vi parla è un sionista“. Una frase che ha portato diversi fischi e critiche ma che non ha visto Lerner fare alcun passo indietro.
“C’è chi mi ha pure gridato: vai a casa! Io per un po’ ho proseguito, pensando: non replico. Ma poi ho cambiato idea. E ho detto al microfono: Io a casa non ci sono mai andato e non ci vado. Il coraggio, però, è di altri”. E spiegando di chi sia: “Il coraggio vero ce l’hanno quelli che a Gaza si ribellano ad Hamas e che io sento come fratelli. Ce l’ha la mia famiglia che in Israele insieme a molti altri scende in piazza con le famiglie degli ostaggi per criticare il governo Netanyahu. Io sono solo uno spettatore a lato di questa tragedia. Ma il corteo, sabato, me lo son fatto tutto, da piazza Vittorio a piazza San Giovanni. E ho trovato solo affetto”.
“Io sionista”: le parole
Lerner ha quindi spiegato e confermato il suo essere sionista: “Sì ma l’ho spiegato dal palco: mettetevi nei miei panni. Chi della mia famiglia non è riuscito a emigrare in Israele, dove sono nati i miei genitori, è stato vittima della Shoah in Europa. Io non sarei al mondo senza Israele, quella per me è la terra della salvezza. Sionista non equivale a fascista e non equivale ad assassino. Si è demonizzata la storia. L’aspirazione a una patria ebraica è legittima esattamente come l’aspirazione a una patria palestinese”.
Un commento anche a chi parla di genocidio a Gaza. Second Lerner c’è chi ne ha parlato “a sproposito“. Per lui si tratta di “una parola che io non adopererei mai. Ma massacrando i palestinesi, perché questo sta succedendo, Israele si autodistrugge. Intravedo però un cambiamento nell’opinione pubblica. Anche se nella comunità ebraica italiana noi di ‘Mai indifferenti’ restiamo purtroppo in minoranza, tante volte ci han chiamato traditori, siamo stati ostracizzati: mai un invito a discutere del mio libro (Gaza. Odio e amore per Israele, ndr). Hanno chiesto perfino di espellerci, ma per fortuna il rabbino capo di Roma (Riccardo Di Segni, ndr) la pensava diversamente”, ha aggiunto ancora Lerner.