Garlasco, Chiara Poggi ferita con il tacco di una scarpa: l'autopsia
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Garlasco, Chiara Poggi ferita con il tacco di una scarpa: i risultati dell’autopsia

Mappa di Garlasco

Un segno compatibile con un tacco di scarpa sul corpo di Chiara Poggi getta nuove ombre: ipotizza la presenza di una donna.

Sono trascorsi anni dall’omicidio di Chiara Poggi, ma i contorni della vicenda restano ancora oscuri. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, alcune riletture delle prove riemergono con forza, sollevando nuovi interrogativi. Tra questi, la ferita compatibile con un tacco di scarpa sul corpo della vittima apre scenari finora poco esplorati. Come i “lunghi minuti di agonia” vissuti da Martina Carbonaro, anche in questo caso il dolore della vittima e i misteri ancora irrisolti chiedono giustizia.

Carabinieri

Garlasco, i risultati dell’autopsia su Chiara Poggi

Chiara Poggi è morta la mattina del 13 agosto 2007 a causa della “lacerazione dell’encefalo contestuale alla frattura con sfondamento del cranio“. Secondo la relazione del professore Ballardini, queste lesioni sono state causate da “meccanismi contusivi reiterati apportati mediante corpo contundente“. Un oggetto “pesante, vibrato con notevole forza” e dotato di “uno spigolo netto“. La violenza è stata concentrata esclusivamente sulla testa della vittima.

Sul viso erano presenti “lesioni ecchimotico-escoriate” che potrebbero essere state inflitte con pugni. La vittima potrebbe essere stata picchiata prima dell’uccisione, forse durante una lite. Nonostante la brutalità dell’aggressione, sul corpo non sono stati riscontrati segni evidenti di difesa, il che fa supporre che la ragazza non abbia avuto modo di reagire. Le contusioni su braccia e gambe potrebbero essere compatibili con una caduta durante un tentativo di fuga.

La ferita sulla coscia e il possibile coinvolgimento di una donna

Durante l’autopsia eseguita dal professor Ballardini, aggiunge Leggo, era stata rilevata una ferita sulla coscia sinistra di Chiara Poggi che ha attirato l’attenzione degli inquirenti. La relazione medico-legale ipotizza che quella lesione possa essere attribuita “a un calettamento violento dal tacco o dalla punta di una scarpa“.

Questo dettaglio ha particolare rilevanza perché risulta incompatibile con la calzatura Frau numero 42, attribuita ad Alberto Stasi, che presenta una suola a pallini senza tacco, così come le scarpe Lacoste che il giovane aveva consegnato e che erano prive di macchie.

Questa discrepanza apre alla possibilità che sulla scena del delitto fosse presente un’altra persona, forse una donna. Gli inquirenti non escludono che il colpo inferto con il tacco possa essere stato un gesto di disprezzo contro la vittima quando era ancora viva. L’impronta del tacco, se confermata, porterebbe a ipotizzare che il delitto non sia stato compiuto da una sola persona, ma con la partecipazione di un complice, forse di sesso femminile.

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ultimo aggiornamento: 1 Giugno 2025 13:43

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