Garlasco, "giallo" sulla garza usata per il DNA di Ignoto 3
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Garlasco, nuovi dubbi sull’autopsia: “giallo” sulla garza usata per il DNA di Ignoto 3

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Garlasco, nuove perplessità sull’autopsia: la garza usata al posto del tampone solleva interrogativi sulla possibile contaminazione del DNA di Ignoto 3.

Torna sotto i riflettori il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, con nuove tensioni tra legali, periti e procura che ruotano attorno al campione genetico attribuito a “Ignoto 3“. Al centro della polemica, il materiale utilizzato per il prelievo e la possibilità che sia stato contaminato. Le dichiarazioni del Direttore di Medicina Legale del Gaslini di Genova, Alberto Bonsignore, a Zona Bianca aggiungono ulteriori interrogativi sulle modalità autoptiche adottate. Intanto a Garlasco, l’impronta 33 – attribuita ad Andrea Sempio – non entra all’interno dell’incidente probatorio.

Mappa di Garlasco

Garlasco, la differenza tra garze e tamponi: i dubbi sull’autopsia

Secondo quanto detto da Alberto Bonsignore a Zona Bianca e riportato da Tgcom24, emerge una discrepanza. Ovvero tra quanto indicato nella relazione autoptica e la procedura realmente seguita durante l’autopsia.

Da quello che abbiamo potuto apprendere nella relazione autoptica si parla di tampone orofaringeo mentre poi sembrerebbe che il prelievo che è stato eseguito, è stato eseguito tramite una garza“, ha spiegato il medico. Questo dettaglio tecnico è cruciale, perché incide direttamente sulla possibilità di contaminazione del campione genetico.

Il medico chiarisce inoltre come i due strumenti abbiano caratteristiche molto diverse. “Abitualmente le garze vengono aperte all’inizio dell’autopsia – continua -, vengono posizionate su un carrellino a disposizione dell’operatore. Mentre il tampone è un tampone che proviene da una chiusura ermetica, sterile, viene utilizzato e poi immagazzinato all’interno del suo contenitore. In termini di contaminazione è più probabile quindi che una garza venga contaminata“.

Il confronto tra consulenti e procura sulla possibile contaminazione

La possibilità che il DNA identificato come “Ignoto 3” sia frutto di contaminazione è una delle principali obiezioni sollevate dal consulente della famiglia Poggi, Marzio Capra. L’esperto ha infatti ipotizzato che il codice genetico rinvenuto sulla garza potrebbe non appartenere a un soggetto coinvolto nel delitto, bensì ad un altro cadavere e quindi essere stato trasferito accidentalmente da un altro corpo.

Una prospettiva ritenuta possibile anche da Alberto Bonsignore: “Si tratta di un fatto possibile – spiega su Rete 4 -, perché spesso ci troviamo a operare su due tavoli paralleli“. Nonostante il procuratore capo di Pavia abbia assicurato che il campione non ha subito contaminazioni, la distanza tra le posizioni degli esperti continua ad alimentare tensioni e incertezze attorno a uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi anni.

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ultimo aggiornamento: 25 Luglio 2025 12:57

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