Gasparri non ci sta, parte la querela: l’ira del senatore di Forza Italia

Gasparri non ci sta, parte la querela: l’ira del senatore di Forza Italia

Dalle pagine de La Stampa alle aule di tribunale: la satira di Bottura incontra l’ira di Gasparri.

L’atmosfera si surriscalda tra il giornalista e scrittore Luca Bottura, autore per “La Stampa”, e il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia. Quest’ultimo ha recentemente annunciato di aver querelato Bottura per affermazioni ritenute “palesemente false” pubblicate sul quotidiano.

Maurizio Gasparri

La querela di Gasparri a Bottura: satira o diffamazione?

Attraverso la rubrica “Minimum Pax”, Bottura ha lanciato frecciatine pungenti verso Gasparri, talvolta sfociando in battute acide che sfiorano i limiti della satira.

Esempi recenti includono riferimenti alla carriera politica e professionale di Gasparri, giocando su dichiarazioni e situazioni imbarazzanti attribuite al senatore. “Alla fine, Gasparri si è dimesso dalla guida della società di cybersicurezza che, attraverso un sistema di scatole cinesi, incassava appalti pubblici. Niente, era solo per chiudere la rubrica con una bella notizia“, solo per citarne una.

Oltre alla disputa legale, Il senatore ha sollevato questioni di rilievo nazionale, come lo scandalo che coinvolge la Procura Antimafia e il procuratore Cafiero De Raho.

La questione dello scandalo dossieraggio

Il senatore sottolinea l’importanza dell’attività della Commissione parlamentare antimafia, attualmente in corso, enfatizzando la necessità di un’indagine approfondita senza esitazioni. Esprime preoccupazione per l’uso improprio di organi giudiziari in indagini illegali contro cittadini selezionati secondo criteri politici e giornalistici, critica l’abuso delle libertà di stampa e chiede un intervento deciso per fare luce su questi abusi.

E’ necessario fare chiarezza sulla carriera di Striano per vedere gli intrecci che ha avuto con alti esponenti della magistratura“, dichiara il senatore.

Gasparri richiama l’attenzione sulla trasformazione di un organismo creato per combattere la criminalità organizzata in uno strumento di indagine illegale, evidenziando l’esigenza di indagare sull’uso improprio di banche dati e le connessioni tra magistratura e settori dell’informazione.

Il senatore conclude con un forte appello alla trasparenza e alla determinazione nell’affrontare uno dei più gravi scandali della storia repubblicana italiana. Il senatore richiede un’azione incisiva per identificare i responsabili, le complicità politiche e giudiziarie, insistendo sulla necessità di non fare sconti a nessuno per ristabilire la giustizia e l’ordine.