Nuove tensioni tra Salvini e Tajani agitano il centrodestra, Meloni resta in bilico tra gli alleati mentre le opposizioni parlano di crisi.
In un contesto internazionale sempre più complesso, anche il centrodestra italiano mostra segni di turbolenza tra Tajani e Salvini. Le frizioni interne tra i partiti della maggioranza si intensificano, soprattutto su dossier strategici come le relazioni con gli Stati Uniti e la gestione dei dazi. Giorgia Meloni, finora artefice di un fragile equilibrio tra Bruxelles e Washington, si ritrova a dover placare gli animi accesi dei suoi alleati.

Il clima politico si fa più teso
Intanto, nel pieno della Scuola politica leghista a Roma e degli eventi di Forza Italia a Milano, si fanno sempre più evidenti i distinguo tra le linee politiche dei partiti. Se la premier resta in attesa di un possibile vertice chiarificatore, l’eco delle dichiarazioni pubbliche non lascia spazio a dubbi sulla tensione crescente.
Il gelo tra i vicepremier e la pressione sulla premier
Le parole di Claudio Durigon, esponente della Lega, risuonano come uno schiaffo politico a Forza Italia: “Tajani è in una posizione un po’ difficile visto che è un sostenitore di Ursula e del suo piano di riarmo e sappiamo tutti che von der Leyen non ha grandi rapporti con l’amministrazione americana”. Un messaggio che non passa inosservato, tanto più perché rilanciato durante un’intervista a La Repubblica.
Antonio Tajani non tarda a replicare, cercando di minimizzare: “Tutti hanno bisogno di farsi aiutare, anche io. Ma non mi sento in difficoltà, lo giudicheranno gli elettori”. Ma le sue ulteriori dichiarazioni mostrano un chiaro intento di marcare le distanze dalla Lega: “Andiamo avanti con il Salva Milano”, “le prove muscolari sui dazi sono delle sciocchezze”, “i Patrioti della Lega sono fuori da ogni gioco politico a Bruxelles”.
E ancora: “A volte ci attaccano anche aspramente, ‘non ragioniam di lor ma guarda e passa’”. Tajani risponde anche alle critiche delle opposizioni, che parlano di crisi: “Poverini… si illudono”. Come riportato da ansa.it
Nel frattempo, Meloni osserva. La premier potrebbe trovarsi costretta a convocare un vertice prima del summit di giovedì a Parigi, dove si discuterà di assistenza militare a Kiev. Se l’Italia proporrà un’iniziativa sotto l’egida dell’ONU, sarà segnale che anche gli Usa sono d’accordo, aprendo così la porta al via libera della Lega. Ma fino ad allora, resta il gelo tra Salvini e Tajani. E Meloni, per ora, non rompe il silenzio.