Gemona, perché l'autopsia su Alessandro Venier sarà un incubo
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Gemona, ucciso e fatto a pezzi: perché l’autopsia su Alessandro Venier sarà un incubo

obitorio

L’autopsia sul corpo di Alessandro Venier, fatto a pezzi a Gemona, si preannuncia complessa. Un medico legale spiega il motivo.

Il caso di Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi nella villetta di famiglia a Gemona del Friuli, rappresenta una delle sfide più complesse per la medicina legale. Dopo la confessione incredibile della madre, arrestata insieme alla compagna della vittima, Mailyn Castro Monsalvo, emergono tutti i limiti dell’autopsia su un cadavere così compromesso.

carabiniere

Gemona, l’autopsia sul corpo della vittima sarà difficile: il motivo

Il corpo di Alessandro Venier, sezionato in tre parti, sarà sottoposto ad autopsia nei prossimi giorni. Ma come ha spiegato un medico legale a Fanpage.it, le condizioni in cui è stato trovato rendono difficile arrivare a una verità certa. “Quando un corpo viene sezionato durante l’autopsia le informazioni le otteniamo dalla sua interezza“, ha detto.

La madre della vittima ha dichiarato agli inquirenti di aver prima narcotizzato e poi soffocato il figlio, affermando: “Mi sono occupata da sola del ‘depezzamento’ di Alessandro, ho utilizzato un seghetto e un lenzuolo per contenere il sangue e l’ho sezionato in tre pezzi“. Tuttavia, il medico legale avverte che “a tutte queste dichiarazioni devono esserci dei riscontri scientifici“. E proprio il modo in cui è stato trattato il corpo potrebbe impedire di ottenere quei riscontri.

Quando un cadavere è sezionato, “non si riesce più a capire con certezza che cosa abbia determinato la morte e cosa sia successo subito dopo“.

Cosa potrebbe rivelare comunque l’autopsia

Nonostante le difficoltà, l’autopsia non sarà del tutto inutile. Gli esperti analizzeranno ogni traccia di DNA presente sul corpo, aggiunge Fanpage.it, nel tentativo di comprendere se più persone abbiano partecipato all’omicidio o al successivo sezionamento.

Tuttavia, come spiega ancora il medico legale, “la presenza di materiale genetico presuppone un contatto, ma si sa che un contatto tra famigliari non presuppone per forza un’ipotesi violenta“.

L’esame sul corpo della vittima servirà anche a stabilire quanti oggetti siano stati utilizzati per sezionare il corpo. Infine, l’analisi dei tagli potrà indicare se è realistico che una sola persona, come sostiene Lorena Venier, sia stata in grado di compiere l’intera operazione.

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ultimo aggiornamento: 6 Agosto 2025 17:13

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