Gender gap, anche nel credito bancario: ecco gli ultimi dati

Gender gap, anche nel credito bancario: ecco gli ultimi dati

Gender gap nel credito bancario: dal Nord al Sud Italia è evidente un marcato divario tra gli uomini e le donne.

La recente analisi del sindacato bancario Fabi ha gettato luce su una problematica sempre più evidente nel panorama finanziario italiano: il gender gap nell’accesso al credito bancario.

Questo studio dettagliato ha rivelato che, nonostante l’ammontare complessivo dei finanziamenti alle famiglie raggiunga i 474 miliardi di euro nel 2023, la distribuzione tra i generi è tutt’altro che equa. Con 164 miliardi di euro concessi agli uomini, 95 miliardi alle donne e 216 miliardi a contratti cointestati, emerge un “credit gender gap” di quasi 70 miliardi su scala nazionale, sottolineando una profonda ingiustizia finanziaria.

Gender gap: un panorama regionale

La distribuzione del credito tra i generi varia significativamente da regione a regione. Al Sud, il divario si accentua con cinque delle otto peggiori regioni in termini di equità di genere nel credito, dove alle donne viene riconosciuto solo il 18% dei mutui e prestiti contro il 35% attribuito agli uomini.

Questa disparità non risparmia il Nord, dove regioni come il Veneto e la Lombardia vedono le donne ottenere rispettivamente solo il 18% e il 19,2% del credito erogato.

Le cause di questa disuguaglianza sono molteplici e includono un tasso di occupazione femminile più basso, stipendi e pensioni ridotti, una minore propensione al rischio e dotazioni patrimoniali insufficienti per le garanzie richieste dalle banche. .

Verso una soluzione equa

Per affrontare efficacemente il divario di genere nel credito, è fondamentale implementare politiche che favoriscano l’inclusione finanziaria delle donne, attraverso incentivi per gli istituti di credito che promuovono pratiche di prestito eque e programmi di sostegno specifici per le imprenditrici e le famiglie guidate da donne.

Solo così sarà possibile costruire un sistema finanziario più equo e inclusivo, che riconosca e valorizzi il contributo essenziale delle donne all’economia nazionale.