La lotta per la parità salariale continua: nuove normative in arrivo
In occasione della Festa della Donna, la differenza retributiva tra uomo e donna è emersa di nuovo, fra le criticità maggiori.
Ancora troppi uomini pensano che il fatto che le donne guadagnino meno di loro sia un problema solo per le donne. Le rilevazioni della Banca Mondiale per il 2024 hanno accertato che la parità di genere nel mondo del lavoro determinerebbe un aumento del 20% del prodotto interno lordo, il famigerato PIL.
Parità retributiva: un principio ancora non rispettato
Il principio della parità retributiva in Italia esiste dal lontano 1948, ed è sancito dall’articolo 37 della Costituzione: la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al collega uomo.
Eppure, nonostante una fonte autorevole come la Carta Costituzionale e i numerosi interventi legislativi successivi, siamo ancora al punto che tutti conosciamo.
La Direttiva UE 2023/970: trasparenza e sanzioni
Ecco allora l’ultimo intervento dell’Unione Europea, la direttiva 2023/970 sulla trasparenza retributiva, che introduce novità importanti che, se ben applicate, potrebbero fare la differenza.
Tutti i datori di lavoro, privati e pubblici, dovranno assicurare ai dipendenti pari retribuzione per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, attraverso sistemi di classificazione professionale e di valutazione neutri sotto il profilo del genere e basati su criteri oggettivi, quali l’impegno, il grado di responsabilità, la competenza, le condizioni di lavoro.
Maggiore trasparenza nei processi di assunzione
Durante i colloqui ai candidati dovranno essere fornite informazioni chiare e trasparenti sulla loro retribuzione iniziale e la posizione da ricoprire, e sarà vietato chiedere informazioni sulle precedenti retribuzioni. Negli annunci di lavoro, le imprese dovranno indicare in modo neutro:
Il profilo professionale ricercato
Le caratteristiche necessarie per candidarsi
Il pacchetto retributivo completo
Sanzioni e danno reputazionale
Il mancato rispetto delle previsioni della Direttiva, che dovrà essere recepita dall’Italia entro il 7 giugno 2026, comporterà sanzioni pecuniarie importanti.
Ma il rischio maggiore, nel mondo di oggi in cui i talenti scarseggiano e le aziende fanno a gara per accaparrarseli, è probabilmente il danno reputazionale, non solo con clienti e fornitori ma anche con i talenti che avrebbero potuto presentare la propria candidatura. I giovani, infatti, sono i più accesi sostenitori della sostenibilità e, quindi, della parità di genere, e ambiscono a inserirsi in contesti lavorativi che facciano propri questi temi.