Il generale Vannacci, al centro dell’attuale vortice mediatico, in un’intervista non ha escluso la possibilità di candidarsi in politica.
Il generale Roberto Vannacci, ancora al centro della bufera per il suo libro “Il mondo al contrario”, non retrocede sulle sue idee. Ma in una lunga intervista alla trasmissione Zona Bianca su Rete 4 ha confessato la possibilità di candidarsi in politica.
Vannacci: “Nessun passo indietro”
Vannacci, accusato di razzismo, sessismo e omofobia, tuttavia ha spiegato che accetterebbe un figlio gay: “Cercherei di fare il suo bene a prescindere, non siamo mica a Sparta che li buttiamo giù dalla rupe”. Il generale non accetta “tutto questo clamore” che il suo libro ha suscitato.
Certo, in quanto soldato, “il mio stile, la mia penna non è quella di un poeta”. Ma nonostante tutto non arriverà “nessun passo indietro”, perché “non riconosco le accuse che mi sono state mosse, non riconosco di avere violato alcun regolamento, alcuna legge, né tantomeno la Costituzione e non riconosco di essere stato offensivo o lesivo della dignità di alcuno”. Al massimo, solo uno “stile crudo”.
La possibilità di entrare in politica
Il generale Vannacci però on esclude l’ipotesi di un ingresso in politica, scelta che sicuramente troverebbe l’approvazione di Matteo Salvini. “Non mi chiudo mai alcuna alternativa e le lascio tutte aperte. Quindi non dirò mai di no, ma dico che per ora faccio il soldato e continuo a fare il soldato. In base a quello che sarà il futuro, le alternative, quello che avrò intenzione o piacere di fare, poi deciderò. Never say never“, dichiara.
Tuttavia, il soldato italiano ha negato di aver fatto propaganda politica nel suo libro: “Non parlo di elezioni, non parlo di partiti, non faccio assolutamente promozione di alcun partito. Espongo delle idee, espongo delle opinioni, la propaganda politica è una propaganda specifica, mirata, specializzata, che vede aumentare il consenso di uno specifico partito facilmente individuato in vista di alcune competizioni politiche. Ma esprimere un parere sulla sanità non può essere considerata una propaganda politica dal mio punto di vista”.
Poi Roberto Vannacci chiarisce il suo concetto di normalità. “È legata in maniera indissolubile alla consuetudine, a quello che fa la stragrande maggioranza. Nel libro io specifico che la normalità non è né più buona né più cattiva, non è né migliore né peggiore ma è connessa solo a dati numerici“, spiega.