Il generale è intervenuto al convegno “Libertà al contrario” per difendere le sue posizioni e le parole contenute nel suo libro.
“Il mondo al contrario” continua a far parlare di sè a quasi un mese dalla sua uscita. Il fortunato o sfortunato – a seconda dei punti di vista – libro firmato dal generale Vannacci è stato protagonista del convegno, organizzato da Nazione Futura, intitolato “Libertà al contrario. Perché difendere la libertà di parola contro ogni censura“.
Proprio qui, il militare è tornato a difendere quanto ha scritto all’interno del volume, divenuto un best seller, annunciando anche un possibile ricorso alle vie legali. “Razzismo e istigazione all’odio sono reati gravissimi e se il mio libro fosse davvero razzista e discriminatorio sarei davanti ad un giudice“, questo il commento del generale.
“Io come il mostro di Firenze”
Vannacci ha affermato di essere stato descritto come “il mostro di Firenze“ a causa del suo “Il mondo al contrario“. A differenza di Pacciani, però, il generale non è ancora dovuto andare davanti ad un giudice. “Ogni giorno – ha detto il militare – prendo coscienza del fatto che i contenuti del mio libro sono condivisi da una buona fetta della popolazione. Accetto le critiche, ma non le accuse di reato“. Una frase importante, quella di Vannacci che poi ha ricordato a “coloro che in queste settimane mi hanno dipinto come razzista ed omofobo che le accuse, se infondate, possono trasformarsi in diffamazione“.
Il generale non rinnega “nemmeno una lettera del contenuto del libro. Chi lo ha criticato e continua a farlo non lo ha semplicemente mai letto“. Un pensiero a cui il militare ha anche aggiunto che “opinionisti e giornalisti stanno facendo un errore incredibile. Come se io, con il mio manipolo di uomini, dovessi avviare un attacco senza studiare nè il nemico nè il terreno. Ecco, loro stanno facendo questo, commentando il mio libro senza averne studiato minimamente il contenuto“.